Dopo settimane di valutazioni e colpi mirati, l’Atalanta ha trovato l’erede naturale di Mateo Retegui. Nikola Krstovic, attaccante montenegrino classe 2000, rappresenta il profilo ideale per raccogliere il testimone del centravanti argentino. Non una scommessa, ma un’operazione di continuità: due stagioni di Serie A già alle spalle, 11 gol nell’ultima annata con il Lecce e la consapevolezza di poter crescere ulteriormente in un contesto più competitivo.
IL PARALLELO CON RETEGUI – Le similitudini sono molte - analizza Il Corriere di Bergamo -. Retegui arrivò a Bergamo dopo una sola stagione in Serie A, Krstovic ne porta due nel bagaglio. Entrambi sono sbarcati a 25 anni, età perfetta per maturità e margini di crescita. L’argentino aveva segnato 7 gol in un Genoa da metà classifica; il montenegrino ne ha realizzati 11 in un Lecce con il peggior attacco del campionato. Due percorsi diversi, ma la stessa dedizione e lo stesso spirito di sacrificio in campo, marchi di fabbrica per chi veste la maglia della Dea.
CARATTERISTICHE TECNICHE – Retegui era un finalizzatore puro, uomo d’area che viveva per il gol. Krstovic, al contrario, ama correre negli spazi, attaccare in velocità e creare occasioni anche lontano dalla porta. Due stili differenti, ma entrambi funzionali a un sistema come quello atalantino, che da sempre sa modellare i propri centravanti sulle necessità tattiche del momento. Juric avrà il compito di esaltarne la corsa e incanalarne l’istinto.
CRESCITA E PROSPETTIVE – Non è detto che Krstovic ripercorra le orme di Retegui in termini di gol, ma i segnali sono incoraggianti: da 7 a 11 reti nelle ultime due stagioni di Serie A, con un rendimento in costante crescita. Considerando la concorrenza – esclusi profili inaccessibili come Lukaku o Kean – i centravanti con numeri migliori del montenegrino erano solo Lucca e Dovbyk. Un dato che conferma la bontà della scelta della Dea.
L’INSERIMENTO NELLA DEA – Krstovic arriva in un contesto favorevole: conosce già il campionato, non dovrà affrontare particolari problemi di lingua o ambientamento e potrà integrarsi rapidamente. La differenza rispetto a Retegui è che il montenegrino avrà un compagno d’attacco del calibro di Scamacca, con il quale potrà alternarsi o convivere. Ciò significa che, almeno all’inizio, dovrà imparare anche guardando dalla panchina e sfruttando ogni minuto a disposizione.
PREGI E DIFETTI – Una delle qualità più evidenti di Krstovic è la capacità di calciare sempre verso la porta, senza esitazioni. Ma questo, a volte, diventa anche un limite: la tendenza a tirare in ogni situazione dovrà essere smussata per integrarsi al meglio in una squadra che vive di collettivo e non di individualismi. Per vincere all’Atalanta, nessuno può pensare di farlo da solo.
Krstovic è un acquisto di logica, equilibrio e prospettiva. Non il colpo scintillante, ma il profilo che meglio incarna la filosofia atalantina: crescita graduale, dedizione alla causa e concretezza. Un innesto che arriva al momento giusto, con un calendario favorevole e la possibilità di incidere subito. La Dea, ancora una volta, ha scelto con intelligenza.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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