Esistono allenatori che subiscono la pressione dei grandi appuntamenti e altri che, semplicemente, la respirano come fosse ossigeno. Raffaele Palladino appartiene, per vocazione e curriculum, alla seconda categoria. Alla vigilia di un match che profuma di sentenza per le ambizioni europee dell'Atalanta, il tecnico campano si presenta al cospetto della corazzata interista non con il timore reverenziale dell'outsider, ma con la sfrontatezza di chi quel codice lo ha già decriptato. Due volte. Due vittorie, due capolavori tattici scolpiti con scalpelli diversi – quello grezzo del Monza e quello più raffinato della Fiorentina – che ora attendono solo la terza opera d'arte per completare un trittico da leggenda.

LA LEGGE DEI PRECEDENTI: QUANDO DAVIDE BATTE GOLIA – La memoria corre veloce a dodici mesi fa, quando una Fiorentina arrembante annichilì l'Inter con un 3-0 senza appello, griffato dalla doppietta di Moise Kean. Ma il vero capolavoro di ingegneria calcistica risale alla stagione 2022-23: alla sua prima esperienza assoluta in Serie A, Palladino espugnò San Siro con il Monza grazie all'incornata di Luca Caldirola, dopo aver già strappato un pareggio insperato nel recupero all'andata. Non siamo di fronte a coincidenze statistiche, ma a una precisa attitudine: quella di saper mandare in cortocircuito i meccanismi di Simone Inzaghi. Due indizi che fanno più di una prova: fanno una speranza concreta.

IL CAMBIO DI PASSO E L'ENIGMA TATTICO – I numeri del nuovo corso atalantino - scrive La Gazzetta dello Sport - raccontano di una metamorfosi ormai compiuta. Archiviata l'era Juric, la squadra ha innestato le marce alte: tre vittorie nelle ultime cinque di campionato e un ruolino immacolato alla New Balance Arena, fortino inespugnabile anche in Coppa Italia (4-0 al Genoa) e Champions League (2-1 al Chelsea). Manca solo lo scalpo eccellente in Serie A, e l'occasione è ghiotta. Senza Ademola Lookman, volato in Coppa d'Africa, Palladino studia le contromosse: velocità e aggressione alta restano i dogmi, ma gli interpreti possono cambiare. A sinistra, dopo l'esperimento Maldini a Genova, scalpitano Kamaldeen Sulemana e Nicola Zalewski, variabili impazzite pronte a spaccare la partita.

IL JOLLY PASALIC E LA VOGLIA DI SCAMACCA – Ma la vera chiave di volta potrebbe essere emotiva oltre che tattica. Il rientro di Mario Pasalic, tornato ad allenarsi dopo il grave lutto che lo ha colpito, offre al tecnico un'arma formidabile. Meno anarchico di Lookman ma tatticamente più intelligente, il croato garantisce quell'equilibrio vitale contro la mediana interista: potrebbe agire da "tuttocampista" al fianco di Ederson, liberando Marten De Roon in difesa, o alzarsi sulla trequarti per innescare le punte. E lì davanti, tutti gli occhi sono su Gianluca Scamacca: il bomber, che ha già punito l'Inter sia in nerazzurro che con il Sassuolo, è chiamato a chiudere il 2025 col botto. Battere la capolista non sarebbe solo una vittoria: sarebbe la firma d'autore su un futuro che promette scintille.

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Sezione: Primo Piano / Data: Sab 27 dicembre 2025 alle 07:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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