Quattro partite, quattro vittorie. L'avvio casalingo di Raffaele Palladino sulla panchina dell'Atalanta è stato impeccabile, trasformando Bergamo in una roccaforte dove gli avversari rimbalzano contro il muro nerazzurro. Una statistica non solo numerica, ma identitaria: la Dea ha sempre costruito le sue fortune tra le mura amiche, indipendentemente dal blasone di chi bussava alla porta. Domenica arriva l'Inter capolista, una sfida che fa tremare i polsi ma che evoca dolci ricordi di imprese passate, quando a Bergamo cadevano anche le future leggende del Triplete.

GENNAIO 2009: LA LEZIONE AL "SPECIAL ONE" – Bisogna riavvolgere il nastro fino al gennaio 2009. Sulla panchina orobica siede Gigi Delneri, che guida una squadra solida, trascinata dalla coppia-gol Floccari-Doni. Dall'altra parte c'è l'Inter di José Mourinho e Zlatan Ibrahimovic, una corazzata che domina in Italia e si appresta a scrivere la storia. Ma quel pomeriggio, sotto un cielo plumbeo e una pioggia incessante che bagna gli spalti allora scoperti, va in scena l'imponderabile. L'Atalanta non si limita a giocare, domina.

UN PRIMO TEMPO DA LEGGENDA – La partita si decide in quarantacinque minuti di pura estasi orobica. Al 20' Floccari sblocca con una girata da rapinatore d'area, battendo Julio Cesar. È solo l'inizio. La furia nerazzurra (quella di casa) travolge i milanesi: punizione di Cristiano Doni, deviazione di mano proprio di Ibrahimovic e raddoppio. Prima dell'intervallo, l'apoteosi: Valdes crossa dalla sinistra e ancora Doni, di testa, firma il 3-0. L'Inter di Mourinho rientra negli spogliatoi annichilita, stordita da una lezione di calcio impartita sotto il diluvio.

LA STORIA SI RIPETE? – Nella ripresa la musica non cambia, con De Ascentis che colpisce addirittura un palo sfiorando il poker. Il gol della bandiera di Ibrahimovic nel finale serve solo per le statistiche: finisce 3-1. Quella vittoria dimostrò che a Bergamo nessuno è imbattibile. Oggi, sedici anni dopo, Palladino si trova di fronte a un compito simile contro l'Inter di Chivu. I protagonisti sono diversi, lo stadio è moderno e coperto, ma lo spirito richiesto è lo stesso: trasformare la pressione in energia e ricordare alla capolista che a Bergamo, spesso, le gerarchie si azzerano.

© Riproduzione Riservata

Sezione: I numeri / Data: Ven 26 dicembre 2025 alle 13:49
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
vedi letture
Print