L’Atalanta si rimette in cammino là dove, nove anni fa, trovò la sua rinascita. Era il 2 ottobre 2016 quando un gol al Napoli accese la scintilla della rivoluzione Gasperini. Oggi, in un altro momento di fragilità, la Dea torna al Maradona con la stessa urgenza: ritrovare se stessa. Con un nuovo allenatore, una classifica bugiarda e un blocco di partite che non permette più tentennamenti.

SVOLTA ATTESA – L’avvio di stagione ha lasciato ferite profonde: il 3-0 subito dal Sassuolo ha rappresentato il punto di rottura, l’episodio che ha convinto la società a voltare pagina e affidarsi a Raffaele Palladino. Juric ha sbagliato molto, ma ora non esistono più alibi: la squadra deve reagire.
Il nuovo ciclo parte da Napoli, contro un avversario che vive tensioni interne e risultati altalenanti. Due squadre diverse, stesso bisogno: una scossa immediata.

IL PESO DEL MOMENTO – L’Atalanta non vince da due mesi
La Dea non conquista tre punti dal 21 settembre, dal 3-0 di Torino. Da lì in poi, sette gare senza successi, una pareggite diventata crisi. La classifica parla chiaro: tredicesimo posto, 13 punti, dietro a squadre largamente inferiori come Cremonese, Udinese, Sassuolo, Torino.
La zona Champions è lontana 9 punti, quella europea 5-6: non è tardi per correggere la rotta, ma il tempo delle sveltine e delle illusioni è finito.

L’AVVERSARIO – Anche il Napoli ha bisogno di risposte
Conte è ricomparso dopo giorni di silenzio, anche lui in un momento cruciale. Ha perso cinque gare su quindici, il centrocampo è falcidiato dagli infortuni, lo spogliatoio è apparso scollato. Il Napoli ha vinto solo due delle ultime sei partite e ha lasciato la vetta a Inter e Roma.
Il Maradona, però, resta il fortino del 2025: impianto pieno, clima caldo e necessità di non sbagliare. Anche per questo, la pressione psicologica pesa più sul Napoli che sull’Atalanta.

LE CHIAVI DI PALLADINO – Intensità, fiducia e un tridente da ritrovare
Il nuovo allenatore vuole ripartire da ciò che la Dea ha smarrito - presenta il match L'Eco di Bergamo -: ritmo, aggressività, verticalità. E gol, soprattutto gol.
La sua Atalanta dovrebbe ripresentarsi con il consueto 3-4-2-1 (o 3-4-1-2), senza strappi tattici ma con idee più nitide. Il rebus è la gestione dei nazionali, rientrati solo giovedì: inevitabile qualche rotazione.

IL PESO DEL PASSATO – A Napoli la Dea ha vinto 6 volte su 11
La storia recente dice che il Maradona è terreno fertile per l’Atalanta. Negli ultimi undici confronti esterni sono arrivate sei vittorie: e non manca la memoria del doppio 3-0 consecutivo che negli ultimi due anni ha schiantato gli azzurri.
L’Atalanta sa come far male al Napoli. E sa che proprio contro il Napoli può trovare la scintilla che ribalti l’inerzia della stagione.

ROAD MAP – Otto partite per cambiare tutto
Oggi inizia un mese da brividi: Eintracht, Fiorentina, doppio Genoa (Coppa Italia e campionato), Verona, Chelsea, Cagliari. Otto gare in 30 giorni.
È qui che la Dea si gioca il destino europeo.

Napoli come nove anni fa? L’Atalanta ci spera
Questa nuova era Palladino non cerca scuse né alibi. Chiede coraggio, personalità, fame. Chiede il ritorno dei suoi uomini chiave, la rinascita di Ederson, Lookman, Scamacca, e la ritrovata intensità che ha fatto grande questa squadra.
Se il nuovo ciclo della Dea deve partire da un’immagine, potrebbe essere ancora una volta quella del Maradona: campo ostile, atmosfera feroce, ma perfetto per capire davvero chi si vuole essere.

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Sezione: Primo Piano / Data: Sab 22 novembre 2025 alle 07:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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