In un calcio italiano dove i conti spesso traballano, l’Atalanta resta un faro di stabilità. Il bilancio al 30 giugno 2025 conferma un dato straordinario: decimo esercizio consecutivo in utile, una rarità assoluta nell’intero panorama europeo. Merito di una gestione rigorosa, di un progetto tecnico-economico perfettamente bilanciato e di una politica di mercato che continua a generare valore.

IL MODELLO DEA – I numeri spiegano meglio di qualunque analisi il segreto della Dea. La società ha chiuso l’annata con un mix virtuoso tra ricavi strutturali e plusvalenze, mantenendo al tempo stesso una rosa competitiva e aprendo un nuovo ciclo tecnico con investimenti mirati.
La somma più importante arriva dalle cessioni, che hanno prodotto entrate per 121,6 milioni di euro, ma anche i ricavi “puri” continuano a crescere: 138,6 milioni dai diritti tv, 37,7 milioni da sponsor e royalties, 15,1 milioni dai proventi da gara, e altri 7,8 milioni da attività accessorie.

IL MERCATO ESTIVO – Il 2025 resterà uno degli anni più dinamici della gestione Percassi–Pagliuca. La società ha speso per rafforzare la rosa, preparando l’Atalanta alla dimensione europea degli anni a venire. Questi gli investimenti:
Nikola Krstovic dal Lecce (25 milioni)
Kamaldeen Sulemana dal Southampton (17,5 milioni)
Nicola Zalewski dall’Inter (17,5 milioni)
Honest Ahanor dal Genoa (16 milioni)
Yunus Musah dal Milan (4 milioni di prestito + 23,5 di diritto di riscatto)
Marco Sportiello dal Milan (0,8 milioni)

Un totale superiore ai 100 milioni, distribuito su profili giovani, moderni e perfettamente inseribili nello sviluppo tecnico del progetto.

PLUSVALENZE STRATEGICHE – Sul lato delle cessioni, la Dea ha dimostrato ancora una volta una capacità unica nel trasformare intuizioni tecniche in ricche plusvalenze.
Le uscite estive hanno fruttato:
61,8 milioni dalla cessione record di Mateo Retegui
16,9 milioni per Matteo Ruggeri all’Atlético Madrid
18,6 milioni complessivi per El Bilal Touré, tra prestito e riscatto condizionato

Una politica che garantisce sostenibilità senza compromettere la qualità competitiva della squadra.

LA STRUTTURA DEI COSTI – Anche la parte dei costi conferma una gestione impeccabile:
127,4 milioni il costo del personale, coerente con una squadra stabilmente in corsa in Italia ed Europa
76,7 milioni tra ammortamenti e svalutazioni, diretta conseguenza degli investimenti sul futuro
31,2 milioni di altri costi operativi
26,5 milioni di servizi

Tutto all’interno di una cornice finanziaria controllata e sostenibile.

LO STATUTO DI UNA GRANDE – Il decennio di utili consecutivi testimonia un progetto che ha saputo crescere senza mai perdere equilibrio. Un risultato che pochissimi club europei possono vantare e che certifica, ancora una volta, il valore della visione Percassi: investire, migliorare, competere. Sempre.

La Dea chiude un altro bilancio in attivo e mette le basi per il futuro con un organico giovane, profondo e rinnovato. In un calcio dove sostenibilità e competitività raramente convivono, l’Atalanta continua a essere un modello.
E ora, con Palladino al timone e un mercato costruito con precisione, Bergamo può guardare al domani con la stessa ambizione degli ultimi anni: sorprendere, crescere, vincere.

© Riproduzione Riservata

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 21 novembre 2025 alle 00:45
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
vedi letture
Print