La presentazione ufficiale e live alla stampa del nuovo tecnico nerazzurro Raffaele Palladino, dalla pancia della Sala conferenze della New Balance Arena su TuttoAtalanta.com è promossa in esclusiva da FRANA GOMME MADONE. Frana Gomme, conosciuta nel settore dall'inizio degli anni ottanta è un punto di riferimento per tutti quegli automobilisti e motociclisti che abbiano a cuore la propria sicurezza e quella di chi li circonda. Collocata in Via Pizzo del Diavolo, 6 - Madone \ info 035 995136 | https://www.franagomme.it/

La nuova era dell’Atalanta parte ufficialmente alle 18.30. Alla New Balance Arena, davanti alla stampa, Raffaele Palladino indossa per la prima volta il nerazzurro da allenatore e dà il via alla sua avventura con un messaggio chiaro: identità, intensità, appartenenza. Il tecnico arriva con idee precise e un entusiasmo che contagia immediatamente l’ambiente.

Palladino prende la parola con un sorriso largo e una dichiarazione d’intenti limpida: «Sono molto felice di essere qui all’Atalanta: sono in una grande società e io, insieme al mio staff, faremo di tutto per portarla in alto. Voglio ringraziare la famiglia Percassi, Pagliuca e D’Amico per la grande opportunità».

LA PRIMA IMPRESSIONE – Il tecnico entra subito nel cuore dell'identità della Dea: «Ho battuto molto sull’intensità e sul DNA dell’Atalanta. Ho cercato di far ritrovare quell’identità fatta di sacrificio e grinta, ciò che ha contraddistinto da sempre questa società». Palladino sa che il tempo è poco e il lavoro enorme, ma il gruppo trovato lo ha convinto: «Sono felice di aver trovato ragazzi con grandi valori tecnici e umani».

STUDIO E CRESCITA – I mesi lontano dal campo non sono stati inutili: «Ho avuto modo di studiare tanto per crescere. Ho ricevuto molte chiamate, ma ho aspettato l’Atalanta. Ci ho messo poco a dire di sì, perché condividiamo gli stessi obiettivi: vogliamo portare la Dea a battagliare su tutti i campi».

SALUTO A JURIC – Palladino apre anche una parentesi di rispetto verso il suo predecessore: «Ci tengo a salutare Ivan Juric, con cui ho un grande rapporto sin dai tempi in cui eravamo calciatori. Ho visto che è stato fatto un ottimo lavoro dal punto di vista fisico. Anch’io ho le mie idee, ma il dogma dell’Atalanta resta uno: lottare su ogni pallone. Voglio vedere una squadra che combatte». E aggiunge una nota che pesa: «Mi lascia tranquillo il fatto che qui c’è un gruppo sano e forte. L’Atalanta non merita questa posizione in classifica: dobbiamo risalire».

ASPETTO EMOTIVO – L’impatto del nuovo tecnico parte dalle sensazioni interne: «Ho cercato nella prima settimana di conoscere i ragazzi. Abbiamo poco tempo, ma dobbiamo ottenere il massimo. Con i Nazionali rientrati il gruppo è quasi completo. Questa Atalanta deve battagliare in tutte le competizioni: tutti giocheranno. Ogni giorno è un test».

SCAMACCA E IL MODELLO KEAN – Le domande sul centravanti non mancano. Il modello Kean è inevitabile, e Palladino non si nasconde: «Gianluca è rientrato dalla Nazionale con grande voglia. Krstovic gioca nella stessa posizione e anche lui può fare bene. Sono sicuro che le qualità di Scamacca verranno fuori. A me interessa vedere prestazioni forti, poi il gol arriverà da sé».

SULL’EUROPA – Palladino non esita quando gli viene chiesto quale debba essere l’orizzonte della sua Atalanta. «Il nostro obiettivo è quello», afferma con decisione. «La rosa è forte, la società ha fatto grandi acquisti e credo che questa squadra debba fare di più. Credo molto nella forza di questo gruppo». È un messaggio diretto, quasi un patto: la Dea può e deve rialzarsi, perché la qualità complessiva è all’altezza delle ambizioni europee.

IL BAGAGLIO DELLE ESPERIENZE – Quando il discorso si sposta sul percorso che lo ha portato fino a Bergamo, Palladino non nasconde l’orgoglio. «Sono cresciuto molto a Monza e a Firenze. Arrivare all’Atalanta è una grande soddisfazione». E poi un pensiero che tocca la pancia della piazza: «Credo che questa città meriti una squadra che combatte, che rispecchi lo spirito dei bergamaschi». Un concetto che il nuovo tecnico vuole trasformare in identità da campo.

IL RAPPORTO UMANO – Palladino insiste molto anche sulla dimensione emotiva, convinto che il rilancio passi prima dalle persone e poi dalle idee tattiche. «Cerco di creare un rapporto con i ragazzi», spiega. «Sono orgoglioso del gruppo che ho, e questi aspetti aiutano tantissimo a ritrovare entusiasmo». Il tecnico racconta di aver già definito i primi concetti e principi di gioco, ma ciò che lo ha colpito è altro: «Ho visto soprattutto molta partecipazione. Mi piace spingere la squadra, e loro hanno reagito bene». Segnali che fanno da base per la ripartenza.

L’IDENTITÀ TECNICA – Palladino non ama le etichette e lo chiarisce subito. «Non sono integralista, sono aperto a capire ogni singolo aspetto», racconta, sottolineando come la sua Atalanta dovrà avere un vestito cucito su misura. «Voglio dare alla squadra il vestito giusto, mettendo sempre al primo posto la grinta». L’idea di base, però, è chiara: «Credo che questo gruppo sia adatto al 3-4-2-1: conosce bene il sistema di gioco e ha le caratteristiche per interpretarlo. C’è soltanto da migliorare e lavorare».

LOOKMAN – Sul peso specifico di Ademola Lookman, il tecnico non ha dubbi. «Assolutamente sì», risponde quando gli viene chiesto quanto possa essere fondamentale. Rivela anche un dettaglio significativo del suo metodo: «Ho telefonato a tutti i calciatori che erano in Nazionale, e Ademola si è presentato molto bene. Valuterò il suo impiego in base agli allenamenti che farà». È un’investitura importante, ma anche un invito alla responsabilità.

L’EREDITÀ DI GASPERINI – Palladino guarda avanti, ma non dimentica ciò che c’è stato prima. «Non ho avuto l’opportunità di sentire il mister», spiega parlando di Gian Piero Gasperini. Poi aggiunge una frase che pesa come un riconoscimento solido: «Gian Piero ha fatto qualcosa di straordinario insieme alla società». Una linea di continuità morale che diventa anche un ponte tra passato e futuro.

COMPATTEZZA SOCIETARIA – Palladino insiste su un concetto che gli sta particolarmente a cuore: la forza dell’ambiente. «L’Atalanta è una grande famiglia», sottolinea. «Quello che mi ha sorpreso della società è proprio questo aspetto: la compattezza, il sostegno e la fiducia nei miei confronti». È un messaggio che definisce il contesto in cui si muoverà: un club che protegge, accompagna e sostiene, specialmente nei momenti più complessi.

IL REPARTO OFFENSIVO – Sul tema dell’utilizzo degli attaccanti, il tecnico preferisce non fare confronti: «Non parlo del lavoro altrui». Ma chiarisce subito la sua idea: «Quello che chiedo alla squadra è di riempire di più l’area, con la speranza di fare molti gol». Una frase che sa di manifesto offensivo, un invito a ritrovare quella ferocia sotto porta che negli ultimi mesi è mancata.

IL NAPOLI – Lo sguardo immediato va a sabato sera, al debutto al Maradona. «Mi aspetto una squadra che si dimostri tale», afferma con decisione. «Voglio vedere grande consapevolezza nei propri mezzi, ma la nostra mentalità deve essere quella di giocarcela alla pari con tutti». È la prima richiesta pubblica ai suoi giocatori, un appello alla maturità e alla fede nei propri strumenti.

PELUSO E L’IDENTITÀ ATALANTINA – Palladino sorride quando gli viene chiesto di Federico Peluso, oggi nello staff tecnico e figura molto legata alla storia recente della Dea. «Lui ha dato tanto a questa società», racconta. «Federico era contentissimo appena è arrivata la chiamata dell’Atalanta. Mi piace conoscere il DNA e il cuore della città, voglio capire la mentalità dei bergamaschi: è un aspetto che la squadra deve recepire nella maniera migliore». Un passaggio che conferma quanto il nuovo tecnico consideri l’identità territoriale un valore fondamentale del suo progetto.

SVILUPPO DEI TALENTI – Sul fronte dei giovani, Palladino parla con orgoglio e determinazione. «Ci sono tanti giocatori di prospettiva», sottolinea. «Quello che faccio è semplicemente farli crescere: non si smette mai di crescere, bisogna migliorare sotto tutti gli aspetti. Sono molto esigente negli allenamenti, poi sta a loro migliorare giorno dopo giorno». Parole che indicano chiaramente la strada per profili come Ahanor e Brescianini, considerati elementi su cui costruire il futuro.

GESTIONE DEI DUE FRONTI – La stagione dell’Atalanta sarà un’alternanza continua tra campionato e coppe europee. Palladino non si nasconde: «Bisogna lavorare in un certo modo», afferma. «Abbiamo avuto l’esperienza giusta e il nostro obiettivo è vedere un’Atalanta preparata anche dal punto di vista fisico». La condizione atletica, e il modo in cui verrà gestita, sarà uno degli snodi chiave del ciclo che sta per iniziare.

MERCATO E PRIORITÀ – Palladino chiarisce subito che, per ora, il mercato non è una sua preoccupazione. «No, il mio obiettivo è conoscere al meglio i ragazzi», spiega con grande lucidità. «Ho già una rosa forte, poi su tutto il resto c’è tempo. Quello che m’interessa è lavorare sulla mentalità della squadra: i calciatori sono rimasti dispiaciuti. Ora serve reagire, toccare i tasti giusti per risollevare la squadra: non vedo l’ora di scendere in campo». È un messaggio diretto, quasi programmatico: prima viene l’identità, poi le scelte tecniche.

LA CHIUSURA DI LUCA PERCASSI – L’ultimo intervento è quello dell’amministratore delegato Luca Percassi, che sigilla la nuova era con parole nette. «Quello che posso garantire è la grande attenzione di Palladino: è il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via da Zingonia», racconta. Poi un messaggio che vale più di mille dichiarazioni formali: «Siamo tutti con lui per fare il bene dell’Atalanta: siamo tutti compatti». Una chiusura che definisce lo spirito con cui la società accompagna il suo nuovo allenatore.

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Sezione: Interviste / Data: Gio 20 novembre 2025 alle 00:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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