Da dirigente federale a fondatore della prima federazione privata italiana, Andrea Montemurro lancia una sfida al sistema: cambiare il calcio partendo dai più piccoli. In esclusiva a TuttoAtalanta.com, il presidente della CCI denuncia i limiti dell’attuale movimento e indica la via per un futuro più sostenibile e umano.

Secondo lei è cambiato il calcio, le famiglie o la società?
«Non credo siano cambiate le famiglie: sono cambiate le società. Oggi molti allenatori vivono il settore giovanile come trampolino per la carriera, trasformando il calcio in business. Così non c’è più spazio per i bambini meno dotati. Noi, invece, lavoriamo sull’inclusione: niente genitori agli allenamenti e, se si offende l’arbitro, la partita si ferma».

A proposito di Nazionale, dove vede le criticità del calcio italiano?
«Il problema non è l’allenatore, ma la struttura. Servono manager, innovazione e una rete di comitati più competenti. Oggi il sistema naviga a vista: se tanti bambini tifano squadre estere, qualcosa non funziona».

Montemurro chiude con un messaggio forte: «Il calcio deve tornare a essere scuola di vita. Non è il risultato che educa, ma il modo in cui lo si raggiunge».

LEGGI QUI - L’intervista integrale di Andrea Montemurro ai microfoni esclusivi di TuttoAtalanta.com

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© foto di Andrea Montemurro
© foto di gentile concessione intervistato
Sezione: Interviste / Data: Mar 18 novembre 2025 alle 12:00 / Fonte: Claudia Esposito
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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