La corsa dell’Italia Under 21 verso l’Europeo passa da Niksic, teatro di una trasferta che arriva nel momento più delicato del percorso. La sconfitta in Polonia ha complicato la classifica e accorciato gli spazi di manovra: con metà girone già alle spalle e tre punti da recuperare sulla capolista, l’Italia non può più permettersi frenate. Serve una risposta immediata, tecnica ed emotiva.

LA VIGILIA – Baldini - presenta il match La Gazzetta dello Sport - conosce bene i rischi di cullarsi sulle prestazioni senza trasformarle in punti. Alla vigilia del suo debutto sulla panchina dell’Under 21 aveva ricordato come, con il Pescara, avesse perso contro l’ultima in classifica senza per questo mancare la promozione. Anche stavolta non cerca alibi, ma individua differenze sostanziali: in Polonia l’Italia ha giocato, ha prodotto, ha mostrato coraggio, ma ha pagato a caro prezzo due disattenzioni. In un torneo lungo si recupera, in un girone da dieci partite no.

UN GRUPPO CORTO – A complicare ulteriormente il quadro ci sono le assenze. Mancano Ekhator e Lipani, entrambi protagonisti all’andata; manca Palestra, squalificato; mancano Ndour, Chiarodia e Pafundi, oltre a Marianucci escluso per scelta tecnica. Cinque titolari risucchiati dall’infermeria o dal regolamento, una situazione che costringe il ct a reinventare una struttura che fin qui aveva trovato identità e slancio.

IL METODO BALDINI – L’Italia, però, non deroga dai suoi princìpi. Pressione alta, agonismo, ricerca del gioco e costruzione coraggiosa anche quando espone a qualche rischio. Baldini lo ripete da settimane: preferisce una squadra che resta fedele a se stessa a una che butta via palloni per paura. Contro la Polonia gli errori sono nati proprio da una lettura sbagliata del movimento offensivo, ma la filosofia resta intatta. È da lì che il ct vuole ripartire: dal coraggio di aggredire, dal ritmo, dall’energia con cui la squadra ha reagito alla sconfitta negli allenamenti successivi.

LE CERTEZZE – Pisilli, leader tecnico ed emotivo del gruppo, è una delle poche certezze riconfermate. L’autore del gol straordinario di Stettino è uno dei giocatori più pericolosi dell’intera competizione per tiri verso la porta, ed è lui il punto di riferimento di un centrocampo che oggi vedrà Lipani da vertice basso e Dagasso mezzala sinistra. L’Italia è terza in Europa per conclusioni, subito dietro Spagna e Germania: un patrimonio da trasformare in concretezza.

IL NUOVO VOLTO – Baldini ha già preparato gli aggiustamenti necessari. A destra della difesa ci sarà Fortini, rientrato dopo la squalifica e pronto a riprendere posto accanto a Comuzzo e Mane. Davanti, senza Koleosho, la sorpresa potrebbe essere Fini, già titolare nella gara d’andata con il Montenegro. Una scelta che aggiunge imprevedibilità in una partita che si preannuncia intensa sul piano fisico e caratteriale.

LA PARTITA – I numeri parlano chiaro: Italia e Montenegro sono le squadre più aggressive del girone dopo Andorra, con 83 falli commessi a testa e un totale di cinque espulsioni nelle prime cinque giornate. Un contesto di battaglia, perfetto per misurare la crescita mentale di un gruppo che fin qui ha mostrato personalità ma che ora deve dimostrare di saper trasformare il gioco in punti.

A Niksic non si gioca una finale, ma qualcosa che gli assomiglia. Perché perdere oggi significherebbe complicarsi anche il secondo posto. Baldini lo sa, i ragazzi lo sanno, e il ct continua a ripetere che questa squadra non ha paura di nulla. L’Italia ha bisogno di un rimbalzo immediato: la strada è stretta, ma il gioco c’è. Ora servono risultati.

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Sezione: Italia / Data: Mar 18 novembre 2025 alle 08:30
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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