Il 4-1 subito dalla Norvegia continua a far rumore. Negli studi della Domenica Sportiva, Stefano Sorrentino ha offerto una lettura lucida e cruda della situazione azzurra: tra la paura di un nuovo fallimento mondiale e la consapevolezza che la disfatta di San Siro, per quanto pesante, non cambia la sostanza del cammino.

LA PAURA PIÙ GRANDE – Sorrentino parte da ciò che gli sta più a cuore: «Non voglio nemmeno pensarci: ci sono bambini che ancora non hanno visto l’Italia al Mondiale». L’ex portiere dice chiaramente che un’eventuale terza esclusione consecutiva sarebbe un colpo storico e devastante: «Passare da essere quelli che provavano a vincerlo a non giocarci per tre volte di fila sarebbe gravissimo».

LA PARTITA DI SAN SIRO – Il primo tempo aveva illuso gli Azzurri, il gol dell’1-1 ha poi aperto una voragine psicologica: «Nel momento in cui hai subito il gol del pari, la partita è finita. Pensavamo di poterli spaventare, qualcuno addirittura parlava di fargli 9 gol, ma ci hanno dimostrato che il calcio è un’altra cosa». Sorrentino sottolinea come la Norvegia – già con la testa al Mondiale grazie alla differenza reti monstre – abbia gestito e poi colpito con lucidità da grande squadra.

UN MATCH POCO INCIDENTE – Per l’ex portiere va letta anche la cornice del risultato: «Vero che siamo partiti forte e che il 4-1 è pesante, ma è altrettanto vero che la gara aveva poco significato». Un giudizio che riporta l’attenzione sugli obiettivi reali: la qualificazione diretta era già irraggiungibile, la sfida aveva valore più emotivo che numerico.

LE SCUSE DI GATTUSO – Sorrentino non è convinto della necessità delle scuse del CT: «Capisco il gesto, ma da un certo punto di vista non lo vedo giustissimo. La partita l’hai fatta, l’avversario è stato più forte. Non c’è molto altro da aggiungere».
Una lettura pragmatica, che distingue responsabilità tecniche da responsabilità simboliche.

L’Italia oggi è fragile, consapevole di dover crescere e con un marzo da vivere come una battaglia. Sorrentino invita alla realtà: niente illusioni, niente scorciatoie. Per tornare ai Mondiali serviranno testa, maturità e una squadra in grado di non crollare alla prima difficoltà.

© Riproduzione Riservata

Sezione: Italia / Data: Lun 17 novembre 2025 alle 00:15
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
vedi letture
Print