ITALIA-NORVEGIA 1-4 (p.t. 1-0)
11' Esposito (I), 64' Nusa (N), 78' e 80' Haaland (N), 90'+3 Larsen (N)

San Siro era una festa, almeno all’inizio. L’Italia era partita bene, spinta dal gol di Pio Esposito e da un primo tempo convincente. Ma nella ripresa la realtà è piombata addosso agli Azzurri con tutta la forza della nuova Norvegia: organizzata, cinica, straripante. Il 4-1 finale è uno schiaffo duro, il primo vero ko del ciclo Gattuso, e soprattutto un segnale chiaro: oggi non siamo al livello delle squadre che frequentano l’élite europea.

UN’ILLUSIONE DURATA 45 MINUTI – Gattuso cambia dieci undicesimi rispetto alla Moldova e ripropone il 3-5-2, lasciando il solo Mancini a marcare Haaland. L’inizio è vibrante: Dimarco sfiora il gol, Politano crea ampiezza, Retegui lotta, Esposito si muove da veterano. Al 12’, sulla sponda proprio del numero 19, il classe 2005 firma il suo terzo gol in cinque presenze azzurre. San Siro esplode, l’entusiasmo sale, l’Italia macina gioco.

LA NORVEGIA ASPETTA, POI COLPISCE – Per gli scandinavi non cambia molto: con una differenza reti mostruosa, la qualificazione diretta è già in tasca. La squadra di Solbakken resta bassa, gestisce, rallenta. Thorsvedt – unico cambio rispetto a giovedì – dà ordine e solidità. L’Italia crea ancora, sfiora il raddoppio con Esposito, ma non trova lo strappo decisivo.

IL CROLLO NELLA RIPRESA – L’intervallo spegne la luce. Dopo una prima avvisaglia di Sorloth, arriva il pareggio: finta di Thorsvedt, Nusa punta Politano e trova l’1-1 con una deviazione che spiazza Donnarumma. L’Italia accusa il colpo, smarrisce le distanze, perde aggressività. E quando si rilassa davanti al miglior centravanti del mondo, paga tutto.

HAALAND, SENTENZA – Tra il 78’ e l’80’ Haaland decide la partita: prima attacca lo spazio, poi colpisce in campo aperto. Due minuti, due zampate. Due gol che fanno sembrare tutto semplice. Nel recupero arriva anche il 4-1 di Larsen, a chiudere un secondo tempo in cui gli Azzurri hanno smesso di reggere l’urto.

IL FUTURO NON ASPETTA – La Norvegia volerà in Nord America dopo 28 anni. L’Italia si affiderà ancora una volta ai playoff: 130 giorni alla semifinale, una roulette russa da cui negli ultimi due tentativi siamo usciti malissimo. Svezia e Macedonia del Nord bruciano ancora, e la sensazione è che la crescita non sia arrivata.

La lezione è semplice e crudele: oggi siamo lontani dall’élite, e servirà una squadra sporca, cattiva, umile per riconquistare il Mondiale. A marzo non basterà il talento, serviranno battaglia, ordine, sacrificio. Perché la luce, in fondo al tunnel, non arriva da sola: bisogna andare a prenderla.

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Sezione: Italia / Data: Dom 16 novembre 2025 alle 22:49
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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