All’Auditorium BPM di Milano, il mondo del calcio ha celebrato l’eredità tecnica e umana di Italo Galbiati, storico collaboratore di Capello e figura iconica del nostro calcio. In quella cornice, il Trofeo Italo Galbiati come miglior dirigente della scorsa stagione è stato assegnato a Tony D’Amico, direttore sportivo dell’Atalanta, premiato per un percorso dirigenziale che negli ultimi anni ha contribuito a consolidare la Dea nell’élite italiana ed europea. D’Amico ha vissuto una settimana complessa e delicata: il premio personale da un lato, l’esonero di Juric e l’arrivo di Raffaele Palladino dall’altro. Una fase di transizione che richiede lucidità, coraggio e visione. Ne parla in esclusiva ai microfoni di Sky Sport ed ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Che significato ha per lei ricevere il Trofeo Italo Galbiati come miglior dirigente della passata stagione?
«È un premio che mi rende orgoglioso. Ho ascoltato testimonianze bellissime su Italo Galbiati e devo dire che sentir parlare di lui così mi ha emozionato.
Ma è un riconoscimento che va condiviso con tutta la società: con il presidente Antonio Percassi, con Luca Percassi, con il mister Gasperini e con tutto il gruppo squadra. La scorsa stagione è stata straordinaria: siamo tornati in Champions, abbiamo sognato qualcosa che sembrava quasi impossibile e alla fine siamo riusciti a raggiungere un traguardo enorme. Il merito è di tutti».
L’esonero di Ivan Juric è arrivato dopo appena quattro mesi. Cosa non ha funzionato?
«Quando prendi una decisione così importante dopo quattro mesi, è evidente che qualcosa non sia andato per il verso giusto. Ma oggi non è il momento per guardare indietro: abbiamo tante partite e tanti obiettivi davanti. C’è grande dispiacere, perché tutti speravamo che il percorso potesse essere differente. A fine stagione, con lucidità, analizzeremo meglio cosa non ha funzionato. Adesso dobbiamo guardare avanti».
Domani presenterete ufficialmente Raffaele Palladino. Cos’ha convinto l’Atalanta a puntare su di lui?
«Raffaele è arrivato con entusiasmo, e oggi è proprio quello che ci serve. Dobbiamo ricaricare l’ambiente, ritrovare energia e fiducia. Sappiamo che il calendario non ci dà tregua: sabato incontreremo il Napoli, i campioni d’Italia, una delle squadre più forti del campionato. Ma noi dobbiamo tornare ad essere l’Atalanta, lavorare nel quotidiano e farci trovare pronti a battagliare ovunque».
Palladino era già stato incontrato in estate. Cos’aveva colpito di lui?
«È vero, lo avevamo già valutato nei mesi estivi. Ci aveva impressionato per idee, comunicazione e identità di gioco. Oggi arriva con la voglia giusta e con una grande fame professionale. È quello che serve alla squadra».
Krstovic arriva dalla pausa nazionali con una doppietta. Può essere un segnale importante anche per l’Atalanta?
«Sì, il gol aiuta sempre. In questo periodo abbiamo vissuto alti e bassi: ottime gare in Champions, ma un trend negativo in campionato. Ora serve autostima, fiducia, continuità. Siamo convinti che con il lavoro quotidiano torneremo competitivi come sappiamo essere».
Tony D’Amico affronta uno dei momenti più delicati della sua gestione con il pragmatismo tipico dell’ambiente nerazzurro: poche parole, nessuna scusa, sguardo rivolto avanti. La presentazione di Raffaele Palladino, la reazione della squadra e la sfida immediata in casa del Napoli sono i primi passi di un nuovo capitolo. Un capitolo che l’Atalanta vuole scrivere con identità, ambizione e — come sottolinea il suo direttore sportivo — con il coraggio di restare se stessa.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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