Perdere contro la Norvegia ha pesato più del previsto. Non solo per l’immagine, non solo per la classifica del girone, ma anche e soprattutto per un dettaglio che è passato quasi sotto silenzio: il ranking FIFA. E proprio lì, dove l’Italia aveva bisogno di consolidare almeno una posizione chiave, è arrivata una notizia ancora più amara.

IL CROLLO – Domani la FIFA aggiornerà ufficialmente il ranking e l’Italia precipiterà al dodicesimo posto. È un balzo all’indietro doloroso, il peggiore degli ultimi cinque anni: bisogna tornare al 2020 per ritrovare una classifica così bassa. A scavalcarci non è stata solo la Germania, che ha asfaltato la Slovacchia 6-0, ma anche Croazia e Marocco.

UN’OCCASIONE PERSA – Battezzare la Norvegia a San Siro non sarebbe servito a raggiungere il Mondiale direttamente – per farlo sarebbe stato necessario un surreale 9-0 – ma avrebbe almeno protetto il nono posto nel ranking. Sarebbe bastata quella singola vittoria per evitare il sorpasso tedesco e mantenere un piazzamento strategico in vista del sorteggio iridato.

LE CONSEGUENZE – Ed è proprio qui che il discorso si fa pesante. Nelle scorse settimane si era parlato a lungo del criterio che la FIFA adotterà per dividere le fasce dei sorteggi del Mondiale 2026. La volontà di seguire il ranking, più che le qualificazioni, è sempre più concreta. Con tre posti in prima fascia già assegnati automaticamente ai Paesi ospitanti – USA, Canada e Messico – il non posto rappresentava l’ultima porta utile per entrare tra le teste di serie.

Ora quella porta si è chiusa. A prendersela sarà la Germania, qualificata direttamente e proiettata in prima fascia. L’Italia, invece, se supererà l’ostacolo playoff, dovrà poi affrontare un sorteggio decisamente più rischioso.

LA PRIORITÀ – Tutto questo resta secondario rispetto alla missione principale: qualificarsi. Ma la fotografia è chiara: la sconfitta con la Norvegia non ha lasciato solo lividi tecnici e psicologici. Ha inciso anche sul cammino verso un Mondiale che, già di per sé, rimane una montagna da scalare.

I playoff saranno una battaglia, il ranking aggiunge un altro peso da portare. L’Italia non può più guardare gli scenari esterni: deve pensare a se stessa, a ricostruire il gruppo e a superare finalmente il girone di ferro che la attende. Il resto – fasce, sorteggi e incastri – verrà dopo. Prima, però, bisogna esserci.

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Sezione: Italia / Data: Mer 19 novembre 2025 alle 00:03
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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