I playoff hanno la loro logica, perfida e implacabile. Non guardano nomi, né stipendiali. Eppure, i numeri a volte raccontano verità che non si possono ignorare. L’Italia che si presenterà a marzo per conquistare un posto al Mondiale 2026 non è soltanto la Nazionale con più storia fra le contendenti: è anche, di gran lunga, la più ricca. Una differenza economica impressionante, che mette sulle spalle degli Azzurri un peso doppio: quello dei favoriti, e quello di chi non può più permettersi di fallire.

IL DIVARIO – Il dato è clamoroso: 102 milioni di euro è il totale degli ingaggi dei convocati di Gattuso. L’Irlanda del Nord, avversaria della semifinale, non arriva nemmeno a 10,6 milioni. È un rapporto quasi di 1 a 10, una distanza siderale che non necessita interpretazioni: l’Italia lavora, vive e si allena in un altro mondo. A guidare la classifica c’è Mateo Retegui, oggi all’Al Qadsiah, che con bonus tocca i 16 milioni annui. Subito dietro Gigio Donnarumma, passato in estate al Manchester City (12), e Sandro Tonali (7) del Newcastle. Una conferma: i tre “paperoni” giocano all’estero, nei campionati che oggi pagano meglio e chiedono di più in termini di intensità, ritmi e pressione.

L’AVVERSARIO – Chi pensa che l’Irlanda del Nord sia un avversario da sottovalutare commette un errore grave. Ha interpreti moderni, fisici, abituati alle logiche del calcio britannico. Il simbolo è Conor Bradley, terzino del Liverpool e uomo da 2,4 milioni l’anno. Anche Hume e Ballard (Sunderland) superano il milione. Il problema, però, è la base della piramide: molti giocatori arrivano dalla Championship o dalla League One, categorie lontane anni luce dalla Premier o dalla Serie A per qualità e pressione. Un abisso che racconta un’altra Europa calcistica.

LE ALTRE POSSIBILI AVVERSARIE – In caso di vittoria, l’Italia si troverà davanti Bosnia o Galles.
La Bosnia è il gradino più basso: 12 milioni totali di ingaggi. Le “stelle” sono due volti noti della Serie A: Sead Kolasinac (Atalanta) e Edin Dzeko (Fiorentina), entrambi vicini ai 2 milioni. Il Galles è più strutturato: circa 23 milioni totali. I giocatori chiave vivono nella Premier: Ben Davies e Brennan Johnson del Tottenham, Daniel James del Leeds. Non a caso è l’avversario più temibile. Ma nessuno, nemmeno i gallesi, si avvicina al monte ingaggi azzurro.

IL PARADOSSO – Siamo la Nazionale più ricca, non più la più ricca di talento - analizza il dato La Gazzetta dello Sport -. È il contesto a dirlo: da anni i nostri migliori elementi finiscono all’estero, perché le big europee possono pagare cifre ormai proibitive per la Serie A. Ma la conseguenza è chiara: l’Italia parte favorita. Favorita per investiture, storia, risorse economiche, strutture di club e percorso professionale dei giocatori. E qui nasce il paradosso: negli ultimi anni la Nazionale si è spesso comportata come una piccola, con timori, incertezze, blocchi emotivi. Le due mancate qualificazioni sono cicatrici aperte. A marzo l’Italia sarà la più forte, la più ricca, la più attesa. Sarà anche quella con più da perdere. Per andare al Mondiale non basterà guardare gli stipendi: serviranno personalità, coraggio, identità. Quelle che nella notte contro la Norvegia sono crollate. Quelle che Gattuso deve restituire in quattro mesi. Perché per una volta, almeno sui numeri, la differenza con gli altri è davvero abissale. Ora serve dimostrarlo sul campo.

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Sezione: Italia / Data: Ven 21 novembre 2025 alle 10:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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