Dopo la caduta di Parigi serviva una risposta, e la risposta è arrivata. L’Atalanta ha piegato il Bruges al termine di una rimonta che vale molto più dei tre punti: alimenta la corsa verso i playoff, restituisce fiducia e ribadisce che questa squadra sa trovare risorse diverse nei momenti difficili.

IL PESO DI PASALIĆ – Uomo copertina, ancora una volta, Mario Pasalić. Anonimo per un’ora, poi devastante nei 18 minuti che hanno cambiato la serata. Prima il rigore procurato con furbizia, poi il colpo di testa che ha fatto esplodere la Nord. L’aspetto tattico non è secondario: quando arretra in mediana, il croato sembra esaltarsi, trovando più campo e imprevedibilità. Juric lo ha capito e il risultato è stato lampante. Pasalić non è solo un leader tecnico: è un riferimento silenzioso, pronto a sacrificarsi e a incarnare lo spirito pragmatico che accomuna lui e l’allenatore, entrambi figli di Spalato e cresciuti nell’Hajduk.

L’IMPATTO DEI CAMBI – La vittoria porta anche la firma di chi è entrato dalla panchina - analizza stamane L'Eco di Bergamo -. Samardžić ha trasformato con freddezza il rigore dell’1-1 e poi pennellato il cross del sorpasso. Musah, nonostante un retropassaggio da brividi, ha recuperato palloni pesanti ed è stato decisivo in entrambe le azioni chiave di Pasalić. Sulemana ha acceso il pubblico con strappi e coraggio, Zappacosta ha garantito la solita affidabilità. Sono stati loro a ribaltare inerzia e ritmo, confermando la bontà delle scelte di Juric.

LOOKMAN E GLI ALTRI RIENTRI – Molti occhi erano su Lookman, accolto con qualche fischio al rientro da titolare. Il nigeriano è apparso lontano dalla miglior condizione, ma ha mostrato impegno e sprazzi di classe prima della sostituzione. Accanto a lui, Ederson ha fatto intravedere buone sensazioni al rientro, anche con una conclusione pericolosa. Juric li ha gestiti con attenzione, consapevole che i subentrati potevano cambiare il volto alla gara.

GIOVANI ALL’ALTEZZA – Una delle note più liete porta i nomi di Honest Ahanor e Lorenzo Bernasconi. Con 38 anni in due hanno affrontato senza paura una notte di Champions. Personalità, coraggio e senso della posizione per il primo, gamba e crescita costante per il secondo. L’abbraccio tra i due al momento del rigore concesso è stato l’immagine simbolo di una serata di maturazione.

KRSTOVIC IN OMBRA – L’unico volto meno sorridente è quello di Krstovic. Tanta generosità, poca incisività. L’impatto con la Champions si sta rivelando complesso, ma il paragone con Retegui dello scorso anno invita alla calma: anche l’italo-argentino faticò in Europa, salvo poi diventare micidiale in Serie A. Juric lo aspetta, soprattutto fino al rientro di Scamacca.

CARNESECCHI SENZA PENSIERI – Pochi interventi per il portiere nerazzurro, praticamente mai impegnato seriamente. Una serata diversa dal solito per chi è abituato a recitare da protagonista.

L’Atalanta ha battuto il Bruges con la forza del gruppo, i gol di Pasalić e il contributo dei cambi. Ha sofferto, ma ha dimostrato di avere risorse e soluzioni. Non è solo un passo verso i playoff: è la conferma che questa squadra, anche in emergenza, ha imparato a essere grande in Europa.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Gio 02 ottobre 2025 alle 08:30
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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