Due ore di corteo pacifico, poi la violenza. La serata di Udine, mentre allo stadio si giocava Italia–Israele, è stata segnata da gravi disordini avvenuti nel centro cittadino, dove un gruppo di circa 200 manifestanti appartenenti alle frange più radicali del corteo pro-Palestina ha attaccato le forze dell’ordine.
Il bilancio è pesante: venti persone fermate e tre feriti, tra cui due operatori dell’informazione e un carabiniere.
GLI SCONTRI – Gli incidenti sono scoppiati dopo che la manifestazione principale, cui avevano partecipato oltre 8.000 persone, si era conclusa pacificamente in Piazza Primo Maggio - descrive La Gazzetta dello Sport -. Con il calare della sera, alcune frange violente – secondo le forze di polizia, formate da elementi italiani e stranieri – hanno sfondato il cordone di sicurezza degli steward nel tentativo di raggiungere lo stadio Friuli per contestare lo svolgimento della partita. Le forze dell’ordine, già in assetto antisommossa, hanno reagito per bloccare l’avanzata. In via della Vittoria e nelle strade limitrofe si sono vissuti minuti di grande tensione: bottiglie, sassi e persino segnali stradali divelti sono stati lanciati contro i reparti mobili. Alcuni manifestanti hanno usato transenne e bidoni dell’immondizia come armi improvvisate. La polizia ha risposto con lacrimogeni, idranti e cariche di alleggerimento per disperdere i rivoltosi. Gli scontri si sono protratti fino alle 22, lasciando dietro di sé feriti e arresti.
I FERITI – Tra i feriti ci sono due giornalisti: Elisa Dossi, 38 anni, inviata di Rainews 24, e Davide Albini Bevilacqua, videomaker dell’agenzia Local Team. Entrambi sono stati colpiti alla testa da pietre mentre documentavano gli scontri. Trasportati d’urgenza in ospedale, hanno riportato traumi cranici: più gravi le condizioni del videomaker, che ha subito «un trauma cranico importante» ma non è in pericolo di vita.
Contuso anche un carabiniere, colpito durante i disordini.
L’ALLERTA E LA REAZIONE – Il prefetto Domenico Lione aveva predisposto da giorni un piano di “massima allerta”, temendo episodi di tensione in concomitanza con la partita. In molti, commercianti e ristoratori, avevano scelto di tenere chiusi i negozi nel pomeriggio, temendo degenerazioni.
«Siamo stati aggrediti e abbiamo dovuto rispondere», ha spiegato il questore di Udine Pasquale Antonio De Lorenzo, che ha parlato di “attacco premeditato” da parte di gruppi organizzati. Condanna unanime dal mondo politico, sia di maggioranza che di opposizione: tutte le forze parlamentari hanno espresso solidarietà ai feriti e pieno sostegno alle forze dell’ordine.
ALLO STADIO CLIMA DISTESO – Diversa la situazione dentro e attorno al Bluenergy Stadium, dove la partita si è svolta senza incidenti. Solo due giovani – un ragazzo e una ragazza – hanno tentato un’invasione di campo dalla Curva Nord, ma sono stati immediatamente bloccati dagli steward.
L’imponente dispositivo di sicurezza, rafforzato anche dalla presenza di agenti del Mossad per la tutela della nazionale israeliana, ha garantito un afflusso regolare e un’uscita ordinata dei tifosi.
Da segnalare un episodio di tensione limitato: alcuni fischi all’inno israeliano, coperti però dagli applausi del resto del pubblico, che ha scelto di reagire con civiltà.
IL CONTESTO –
La città di Udine viveva da giorni un clima di attesa e preoccupazione per la concomitanza tra la partita e la manifestazione pro-Palestina. Gli scontri hanno confermato i timori, nonostante l’appello alla calma lanciato dagli organizzatori.
Lo slogan urlato dai megafoni – «L’onda della contestazione non si fermerà finché non sarà cessata l’occupazione a Gaza» – è diventato il grido di battaglia di un gruppo minoritario ma estremamente aggressivo.
CONCLUSIONE –
La serata di Udine si è chiusa con il bilancio di una tensione evitabile e tre feriti che ricordano quanto fragile resti il confine tra protesta e violenza.
Il calcio, dentro lo stadio, è riuscito a mantenere un volto sereno; fuori, invece, l’immagine è quella di una città ferita, che ora chiede risposte e sicurezza.
FINE ARTICOLO
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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