L'Inter va avanti a multipli di quattro. Tanti sono, per la quarta partita consecutiva in Serie A, i gol rifilati all'Atalanta, che esce malconcia da San Siro. La Dea parte bene, col gol annullato a De Ketelaere, poi c'è solo la squadra di Simone Inzaghi, che adesso inizia davvero il conto alla rovescia per lo scudetto della seconda stella. Con questo successo, l'undicesimo consecutivo nel 2024 considerando tutte le competizioni, l'Inter vola infatti a più dodici punti sulla Juventus seconda e a più sedici sul Milan terzo, ormai senza più asterisco da prendere in considerazione. Quattro gol, quattro marcatori diversi: è la prova di forza di una squadra che, a forza di giocare meglio delle avversarie - differenza reti +55, il secondo attacco della Serie A non ci si avvicina neanche - il tricolore se l'è quasi tutto già cucito sulle maglie della prossima stagione. E il Meazza nerazzurro sogna la beffa massima: il 21 aprile c'è il derby, il vantaggio attuale fa immaginare di poter vincere il campionato in faccia ai rivali cittadini. Non è l'unico sogno: con un campionato ormai ai propri piedi, lo testimoniano pure i diciassette clean sheet, Lautaro & Co guardano all'appuntamento del 13 marzo a Madrid contro l'Atletico come l'occasione di poter dimostrare il proprio strapotere anche oltre le Alpi.
CdK illude, poi c'è solo l'Inter: 2-0 a fine primo tempo. La Dea griffa l'avvio di gara, con ritmi alti e i quattro tenori di Gasperini che complicano la vita alla difesa interista. Al decimo De Ketelaere segna un gol nato da uno svarione in combinato disposto Pavard-Asllani: Colombo annulla perché, dopo la corta respinta di Sommer sul tentativo di Pasalic, Miranchuk vince col braccio largo il duello con Bastoni. Scoppiano le polemiche dei tifosi nerazzurri.
La replica dei padroni di casa è affidata a una conclusione potente ma imprecisa di Asllani da fuori e a un altro gol non convalidato, in questo caso per l'evidente posizione di fuorigioco di Barella sul lancio di Bastoni. Il terzo gol è quello buono: Lautaro tira via i difensori orobici e infila per Mkhitaryan. Carnesecchi in uscita bassa anticipa l'armeno ma lascia lì il pallone: Darmian - che pochi minuti dopo si divorerà il raddoppio - non se lo fa ripetere due volte. Nel finale, sale in cattedra ancora Lautaro: prima scheggia la traversa dal limite, in pieno recupero apre il mancino e c'entra il sette dalla lunetta. Finisce 2-0 un primo tempo ricco di emozioni.
Il rigore più lungo del mondo apre una ripresa senza storia. Non paga del doppio vantaggio, l'Inter continua ad attaccare e creare occasioni. A inizio ripresa arriva uno dei controlli VAR più lunghi di cui s'abbia memoria, quasi sei minuti: Dimarco crossa e la palla sembra uscita, Hateboer devia col braccio il cross di Dumfries. Per capire se la sfera abbia superato o meno la linea di fondo serve tanto tempo, alla fine Colombo indica il dischetto: Lautaro sbaglia, Dimarco sulla ribattuta no. Il tris butta la Dea fuori dal campo di San Siro, da lì in poi c'è davvero solo l'Inter: fin troppo facile il 4-0, segnato da Frattesi che, appena entrato, è costretto anche al cambio per un problema muscolare. È l'ultimo vero episodio di una gara ormai senza storia da parecchi minuti: anche avanti di quattro gol, la palla ce l'ha quasi sempre solo l'Inter.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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