C'è un filo invisibile che lega il mondo delle criptovalute alle recenti penalizzazioni inflitte dalla giustizia sportiva a Brescia e Trapani, entrambe accusate di aver compensato crediti fiscali inesistenti. A rivelare il retroscena è un’inchiesta de L’Espresso, che ha svelato come l’intera vicenda sia ruotata attorno al nome di Gianluca Alfieri, venticinquenne milanese con un passato oscuro, referenze fasulle e una società apparentemente prestigiosa, con tanto di indirizzo in via Monte Napoleone a Milano, risultata tuttavia fittizia.

IL RUOLO DELLE CRIPTOVALUTE – Alfieri avrebbe venduto crediti d'imposta fittizi a diversi club calcistici, incassando ingenti somme su un conto corrente riconducibile a Finom, una società di moneta elettronica con sede a Cipro e autorizzazione olandese, fondata dal russo Oleg Laguta, già in Sberbank. Proprio questa connessione internazionale, e l’uso di strumenti finanziari legati al mondo crypto, ha permesso di occultare temporaneamente la reale provenienza dei fondi e le truffe collegate.

LA VICENDA BRESCIA – In particolare, il Brescia avrebbe acquistato 1,47 milioni di euro in crediti fiscali da Alfieri per coprire le proprie scadenze tributarie del trimestre precedente. I pagamenti, effettuati su conti riconducibili a Finom e a un notaio del rodigino, avrebbero portato il club lombardo a ricevere nel proprio cassetto fiscale crediti fasulli derivanti da società inesistenti o comunque complici nella truffa.

LA RISPOSTA DELLA GIUSTIZIA – Mentre Guardia di Finanza e giustizia ordinaria continuano le indagini con tempi necessariamente più lunghi, la giustizia sportiva ha dovuto accelerare la sua risposta: Brescia penalizzato di quattro punti per la stagione in corso e altrettanti nella prossima, mentre il Trapani ne dovrà scontare otto nel prossimo campionato. Già condannato invece il Taranto, escluso dalla categoria per analoghe ragioni.

NON SOLO BRESCIA E TRAPANI – Secondo L’Espresso, tra settembre e febbraio scorsi sarebbero state ben nove le società calcistiche professionistiche che hanno usufruito di questi crediti fiscali sospetti per pagare contributi Irpef e Inps. Tra queste, anche Pescara, Ascoli e Latina avrebbero utilizzato crediti derivanti dallo stesso circuito, seppur con cifre e rischi inferiori.

L'indagine, tutt’altro che conclusa, potrebbe ancora portare a nuove clamorose rivelazioni. La vicenda si presenta come una delle più intricate e preoccupanti degli ultimi anni nel calcio italiano, con implicazioni ben al di là del semplice perimetro sportivo.

Sezione: Serie B / Data: Ven 30 maggio 2025 alle 16:57
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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