Tanto tuonò che non piovve. Perché ieri è successa una cosa che sarebbe gravissima, se non fosse che delle regole non frega proprio a nessuno. Milan e Tolosa potranno giocare la stessa competizione, pur avendo la medesima proprietà. Uguale per Brighton e Union Saint Gilloise, detenute da Tony Bloom. Il comunicato della UEFA è abbastanza chiaro: "A seguito di cambiamenti significativi in seno ai club e dei relativi investitori, la Prima Camera del CFCB ha accettato l'ammissione dei suddetti club alle competizioni UEFA per club per la stagione 2023/24. La CFCB ha ritenuto che tali cambiamenti abbiano portato i club a rispettare la regola delle multi-proprietà, considerando che ad oggi:
• Nessuna squadra, direttamente o indirettamente, detiene o negozia titoli o azioni di qualsiasi altra squadra che partecipa a una competizione UEFA per club;
• Nessuna squadra è affiliata o associata a un'altra che partecipa a una competizione UEFA per club;
• Nessuno ha alcun potere o è contemporaneamente coinvolto, direttamente o indirettamente, a qualsiasi titolo nella gestione, nell'amministrazione e/o nelle prestazioni sportive di più di una squadra che partecipa a una competizione UEFA per club; e
• Nessuno ha il controllo o un'influenza dominante su più di una squadra in una competizione UEFA per club".
Cosa significa? Che di fatto, le doppie proprietà sono sdoganate, come scritto qualche settimana fa. La UEFA ha trovato il modo per far sì che squadre legate dallo stesso investitore possano giocare una competizione europea, in barba alle regole che si era data lei stessa. L'importante è che un club non abbia partecipazioni in un altro - sai che difficoltà - o che una persona abbia un doppio incarico o presenza nel consiglio nei due club. E come fare? Basta dimettersi qualche settimana prima, come fatto da Cardinale nella questione Milan-Tolosa. Insomma, finché vuoi puoi rimanere seduto dove ti pare, poi se viene paventata la possibilità di giocare la stessa competizione europea, allora puoi dimetterti senza colpo ferire e non ci saranno conseguenze. Certo, bisogna capire cosa significa "Nessuno ha il controllo o un'influenza dominante su più di una squadra in una competizione UEFA per club", perché se non basta essere il proprietario chissà qual è la discriminante. Ma alla fine chi se ne frega, le apparenze sono salve.
Poi ci sono alcune altre restrizioni, come i mancati trasferimenti fra i club. Forse una situazione che è border line, ma lì non sarebbe il caso - più che di vietare - di monitorare eventuali trasferimenti sospetti? Certo, se mezza rosa va dal Milan al Tolosa, allora lì c'è un problema. Come per esempio dal Chelsea al Vitesse ai tempi, ma questo è un altro discorso (mai normato). E poi ci sono altri due punti, nel comunicato UEFA: "• riduzione significativa della partecipazione azionaria degli investitori in uno dei club, o trasferimento del controllo effettivo e del processo decisionale di uno dei club a una terza parte indipendente;
• restrizioni significative nella facoltà di fornire finanziamenti a più di un club". Anche qui vuol dire tutto e niente: significativa quanto? Tendente allo zero oppure a un bilancio di una squadra di media Serie A? Tutti modi per dare un colpo al cerchio e uno alla botte, in pieno stile Fair Play Finanziario, quando club che sforano di pochissimo vengono esclusi, altri che hanno aggirato regole per centinaia di milioni sono sopportati (e fra l'altro vincono la loro prima Champions League a Istanbul).
La verità è che la UEFA è al lavoro per rimanere nella propria posizione d'egemonia. Lo avrà perché l'Arabia Saudita, nonostante tutto, ha appeal solo per i capitali investiti e non perché c'è una Superlega Mondiale. Meglio la Champions che una partita di Asian, oppure di Libertadores. Certo, nella Vision 2030 non è detto che i sauditi non decidano di trovare il modo per diventare un player importante e organizzare per sbaragliare la UEFA. Ecco, allora sì che arriverebbe una sorta di NBA.
Immaginatevi che Al Hilal, Al Nassr, Al Ittihad e Al Ahly possano attrarre giocatori - come stanno già facendo - e creare una sorta di altro polo. Creando magari dei campionati "regionali" ma mixati, con un paio di argentine, come Boca e River, qualche brasiliana, un paio di americane come l'Inter Miami e aggiungendo poi quasi tutte le europee. Magari tre o quattro campionati differenti per poi arrivare a una fase finale delle varie divisioni e scontrarsi. Ecco, qui finirebbe il calcio come lo pensiamo noi e come lo pensa la UEFA. Ecco perché meglio sdoganare la doppia proprietà, salvando le apparenze e la faccia (con incarichi e trasferimenti) e sperare che la propria egemonia non termini a breve.
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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