Chi l'avrebbe mai detto che la piccola Atalanta di provincia sarebbe diventata una macchina da soldi capace di competere con i grandi club europei? I numeri del bilancio 2024 fanno venire i brividi: 242,1 milioni di euro di fatturato, con una proiezione a stagione finita che potrebbe toccare quota 300 milioni. Una crescita pazzesca che ha trasformato la Dea da Cenerentola a protagonista assoluta del calcio che conta.
Il salto di qualità è evidente già dal primo semestre 2024/25: 216,7 milioni di ricavi contro i 130,9 dello stesso periodo dell'anno precedente. Un incremento del 65% che non è frutto di operazioni speculative, ma il risultato di una strategia precisa portata avanti negli anni dalla famiglia Percassi.
Il merito è tutto dei successi europei che hanno fatto esplodere il brand nerazzurro. La vittoria dell'Europa League non è stata solo una gioia immensa per i tifosi, ma anche un'iniezione di liquidità da 30-35 milioni di euro tra premi e qualificazioni. Improvvisamente l'Atalanta è diventata appetibile per sponsor e partner commerciali che prima nemmeno la consideravano.
Ma da dove arrivano davvero questi soldi? La voce più importante sono i diritti TV che hanno fruttato 101,8 milioni di euro, praticamente la metà del fatturato totale. È il premio per essere sempre presenti nelle coppe europee negli ultimi anni. Poi ci sono le plusvalenze, il vero capolavoro della famiglia Percassi: dal 2010 a oggi hanno generato circa mezzo miliardo di euro vendendo i gioielli del vivaio. Per la stagione attuale si parla di oltre 100 milioni di plusvalenze, un record storico che fa impallidire anche i club più blasonati.
Il modello Atalanta funziona perché non si limita a comprare talenti già affermati pagandoli cifre folli. La strategia è diversa: scovare giovani promettenti, farli crescere a Zingonia e poi rivenderli al momento giusto. Koopmeiners, Højlund, Lookman (prima del ritorno), sono solo alcuni esempi di come si possa trasformare un investimento modesto in una plusvalenza milionaria.
La cosa più incredibile è che tutto questo successo economico è costruito su basi solidissime. L'Atalanta ha chiuso il nono bilancio consecutivo in utile, una roba che neanche la Juventus può permettersi di eguagliare. L'utile 2024 si aggira sui 9,8 milioni, non una cifra stratosferica ma il simbolo di una gestione virtuosa che fa scuola in tutta Europa. Il calcio moderno è cambiato radicalmente e anche i club devono adattarsi ai nuovi mercati digitali. In un mondo dove piattaforme specializzate come BonusFinder offrono servizi di comparazione in diversi settori, anche l'Atalanta ha capito l'importanza di sfruttare al meglio le opportunità del marketing online per massimizzare il proprio potenziale commerciale e raggiungere nuovi pubblici internazionali.
Certo, non tutto è perfetto. Se guardiamo i ricavi da merchandising, l'Atalanta non supera il mezzo milione di euro. Una cifra ridicola per un club che ha vinto l'Europa League e che ha milioni di tifosi in tutto il mondo. È probabilmente l'aspetto su cui la società può crescere di più nei prossimi anni, sfruttando meglio la popolarità conquistata sui campi europei.
La maglia nerazzurra si vede ormai in tutti gli stadi d'Europa, eppure i ricavi commerciali tradizionali restano limitati. Un paradosso che testimonia quanto margine di miglioramento ci sia ancora. Altri club con minori successi sportivi fatturano molto di più sul fronte merchandising e sponsorizzazioni.
Gli investimenti sono cresciuti di pari passo con i successi. Il costo degli stipendi è salito a 87,4 milioni di euro, il 50% in più rispetto alla stagione precedente. Ma quando hai una rosa che gioca Champions League, Europa League e lotta in Italia per il campionato, è normale che i costi lievitino. L'importante è mantenere l'equilibrio, cosa che la Dea ha continuato a fare alla perfezione.
Non è un caso che l'Atalanta sia diventata un modello di studio per tante società europee. Il Financial Fair Play UEFA, che ha fatto tremare mezza Serie A, per i nerazzurri non è mai stato un problema. Anzi, la gestione virtuosa ha permesso di reinvestire tutto quello che si guadagna, creando un circolo virtuoso che si autoalimenta.
La partnership con New Balance che partirà da questa nuova stagione al posto di Joma è un altro segnale della crescita del brand. I colossi dell'abbigliamento sportivo non investono su club secondari, ma su realtà che garantiscono visibilità e ritorno economico. L'Atalanta è diventata esattamente questo: un marchio globale che fa gola a sponsor e partner commerciali.
Il centro sportivo di Zingonia, completamente rinnovato negli ultimi anni, è diventato una delle strutture più moderne d'Europa. Non è solo un investimento nel mattone, ma nella capacità di attrarre i migliori talenti e di farli rendere al massimo. Ogni euro speso nelle infrastrutture si trasforma in ricavi futuri.
Quello che colpisce di più è la sostenibilità di questo modello. Non stiamo parlando di una bolla destinata a scoppiare, ma di una crescita organica basata su risultati sportivi, valorizzazione dei talenti e gestione oculata delle risorse. La famiglia Percassi ha costruito un impero partendo dal nulla, dimostrando che nel calcio si può vincere e fare soldi senza tradire i propri valori.
Il brand Atalanta oggi vale molto più dei numeri del bilancio. Rappresenta un modo diverso di fare calcio, una filosofia che ha conquistato l'Europa e che continua a far sognare una città intera. Da piccola provinciale a potenza economica internazionale, la Dea ha scritto una favola che continuerà ancora per molto.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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