La crescita del calcio europeo passa da un concetto semplice ma ormai urgente: fermarsi. A lanciare l’allarme è stato Aleksander Ceferin, presidente dell’Uefa, intervenuto al Football Business Forum organizzato dalla Gazzetta dello Sport e dalla Sda Bocconi. Davanti a una platea di dirigenti, economisti e rappresentanti dei club, Ceferin ha toccato i temi chiave del futuro del calcio: dai calendari saturi al fair play finanziario, fino al ruolo dei fondi e alla sostenibilità dei club.

«SERVE UN PASSO INDIETRO» – Ceferin ha messo in guardia sul rischio di un calcio sovraccarico: «Siamo arrivati al limite. Non c’è più spazio per altre partite o nuove leghe. I giocatori dovrebbero avere almeno un mese libero dopo la stagione - si legge stamane sulla Rosea - Discutiamo con club e leghe, ma ognuno ha le proprie esigenze. È il momento di trovare una soluzione comune: ognuno deve fare un passo indietro».

Nonostante il sovraffollamento, il presidente Uefa ha difeso la nuova formula della Champions League, definendola «un successo». «Il futuro è brillante – ha spiegato – distribuiamo il 93,5% delle entrate ai club, quasi mezzo miliardo di euro. E oltre 440 milioni vanno a chi non partecipa alle coppe».

FAIR PLAY FINANZIARIO E TETTI AGLI STIPENDI – Ceferin ha poi affrontato il tema della sostenibilità economica: «Il nuovo regolamento impone di non superare il 70% dei ricavi per gli stipendi. Due anni fa era il 90%, poi l’80%, oggi il 70%. Ma 12 club non sono riusciti a rispettare i parametri. Se il limite è troppo rigido, forse va ripensato. Non vogliamo penalizzare chi investe, ma garantire equilibrio».

Il presidente Uefa ha escluso che il calcio europeo rischi l’esodo verso l’Arabia Saudita: «In Europa si guadagna ancora bene. Un giocatore che non nominerò, ma che gioca a Milano e viene dalla mia zona (Modric, ndr), mi ha detto che preferisce restare dove si gioca al massimo livello, anche rinunciando a qualcosa».

MAROTTA: «INTER IN ATTIVO, MA SERVE IL PLAYER TRADING» – Tra gli interventi più attesi anche quello di Giuseppe Marotta, presidente dell’Inter: «Abbiamo chiuso il primo bilancio in attivo. È il risultato di competenza e gestione oculata. Ma senza player trading non si raggiunge il pareggio: l’Inter ha un bilancio virtuoso grazie a Champions e Mondiale per Club, cioè a ricavi generati fuori dall’Italia».

PAGLIUCA: «BERGAMO MODELLO DI SOSTENIBILITÀ» – Dal palco è arrivata anche la voce di Stephen Pagliuca, co-chairman dell’Atalanta: «Vogliamo valorizzare i giocatori nati in casa. Ogni bambino a Bergamo cresce con la Dea nel cuore, è quasi una religione. La sostenibilità passa dai vivai: se non arrivi in Champions, devi costruirla con i talenti».

Il dirigente americano ha sottolineato la necessità di equilibrio sul mercato: «Se compri troppo, sbagli; ma se non investi, sbagli lo stesso. Serve una via di mezzo tra esperienza e gioventù. Ora vogliamo migliorare sul fronte delle sponsorizzazioni e sfruttare al meglio il nostro stadio e il centro sportivo».

IL RUOLO DEI FONDI E IL FUTURO DEL BUSINESS CALCISTICO – Alessandro Barnaba, fondatore di Merlyn Advisors e proprietario del Lille, ha descritto la nuova geografia economica del calcio: «Siamo passati dall’imprenditore locale appassionato ai miliardari globali, e ora ai fondi. Investono per comprare a un prezzo e rivendere a un multiplo: è il loro modello». Il dean della Sda Bocconi, Stefano Caselli, ha aggiunto: «Il private equity nel calcio è un matrimonio con promessa di divorzio: entra con l’obiettivo di uscire a un valore più alto».

TRA MERCATO, GESTIONE E NUOVE FRONTIERE – Nel panel sul mercato internazionale, Edwin Van der Sar, Maheta Molango e il procuratore Frank Trimboli hanno analizzato l’evoluzione dei trasferimenti: «Le regole sono della Fifa, ma il rapporto tra club e giocatori si definisce come in ogni settore: tra datore e lavoratore. Gli agenti oggi devono offrire più servizi, non solo mediare».

Dalle parole di Ceferin a quelle di Pagliuca, dal modello Atalanta al bilancio Inter, il messaggio è chiaro: il calcio europeo deve rallentare per non collassare. Meno partite, più sostenibilità e una visione comune: la prossima sfida sarà trasformare un’industria globale in un sistema capace di durare nel tempo.

Sezione: Altre news / Data: Sab 08 novembre 2025 alle 09:30
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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