La scorsa settimana a Kingali, in Rwanda, Gianni Infantino è stato rieletto presidente dal Congresso della FIFA. Nel corso del suo discorso non poco spazio è stato riservato al benessere dei calciatori. In un passaggio ha detto: "Il Consiglio Fifa ha approvato all'unanimità l'istituzione di una task force dedicata al benessere dei giocatori per garantire la corretta attuazione dei principi del benessere dei giocatori, come i periodi di riposo obbligatori". Passaggio vago, chissà se davvero credeva in ciò che diceva perché nello stesso discorso è stato annunciato un incremento di partite per le Nazionali ma anche per i club. Più partite nella Coppa del Mondo, addirittura un doppio Mondiale per Club. La FIFA s'è mossa esattamente sulla stessa falsariga della UEFA ma anche, nel suo piccolo, della Lega Serie A. Perché la Champions dal 2024 amplierà il format e la Lega Serie A ha pensato bene di trasformare la Supercoppa Italiana in un piccolo torneo a quattro squadre. L'assioma in tutti i casi è sempre lo stesso: più partite, più soldi. Ma anche più voti. La chiamano a tutte le latitudini 'inclusività', ma è solo un modo per spremere sempre di più un prodotto che già oggi - con l'uso che s'è trasformato in abuso - comincia a stancare mostrando partite che non interessano a nessuno.
Riforma FIFA: il prossimo Mondiale da 64 a 104 partite. E il Mondiale per Club si sdoppia: ogni 4 anni un torneo a 32 squadre
Il prossimo Mondiale vedrà un incremento del numero di partecipanti, non più 32 ma 48. I gironi da quattro squadre non saranno più 8 ma dodici e dopo la fase a gironi è stato aggiunto un nuovo turno: ci saranno i sedicesimi di finale a cui prenderanno parte anche le otto migliori terze. L'aumento di partite per la Coppa del Mondo sarà significativo e nulla verrà tolto alle cinque pause annuali per le nazionali già presenti nel calendario: marzo, giugno, settembre, ottobre e novembre.
Una valanga di partite in più arriveranno anche dal Mondiale per Club, dal 2025. In un primo momento la FIFA aveva annunciato una modifica del format: una maxi-competizione ogni quattro anni con 32 squadre partecipanti al posto di quella attuale. Ma poi, nel Congresso in Rwanda, ha pensato bene di aggiungere e non di sostituire. In pratica: resta l'attuale Mondiale per Club annuale e a questo, ogni 4 anni, si aggiungerà una Coppa che seguendo lo schema del Mondiale come lo abbiamo vissuto fino al Qatar, aggiungerà al calendario 64 partite.
Riforma UEFA: dal 2024 la Champions passa da 32 a 36 squadre. Cambia la fase a gironi, aumentano le partite. Stesso format per l'Europa League e per la Conference League
Poco meno di un anno fa anche la UEFA ha pensato bene di aumentare il numero di partite. La risposta alla Superlega è stata la creazione di un nuovo format a partire dalla stagione 2024/25, con la Champions che passerà da 32 a 36 squadre. Solo quattro squadre in più, ma almeno due partite in più nel percorso verso la finale. Questo perché la fase a gironi verrà sostituita da un girone unico in cui ogni squadra affronterà almeno otto avversarie (quattro in casa e quattro in trasferta), quindi due gare in più rispetto a quelle di oggi. Le prime otto avranno accesso diretto agli ottavi di finale, mentre le squadre tra la nona e la 24esima posizione si sfideranno in un ulteriore doppio confronto play-off per accedere agli ottavi.
Cambiamenti di format simili saranno applicati anche all'Europa League (otto partite nella fase campionato) e alla Conference League (sei partite nella fase campionato), con 36 squadre partecipanti alla fase campionato di entrambe le competizioni.
Riforma Supercoppa Italiana: addio gara unica, sarà un torneo. E non ci si smuove dalle 20 squadre in Serie A
E così arriviamo al nostro orticello. La scorsa settimana la Lega Serie A che da anni parla di riduzione del numero di squadre nel massimo campionato ha pensato bene di aggiungere partite nel calendario. Sul modello spagnolo, anche la nostra Supercoppa sarà assegnata al termine di una Final Four che vedrà al via le prime due classificate del campionato e le due finaliste della Coppa Italia già a partire dal 2024. Si tratterà di due partite in più. Nulla di particolarmente rilevante e complicato, è vero, ma è curioso notare che si fa esattamente il contrario di ciò che da anni si dice di voler fare.
Tutto per soldi. E per voti
Ma perché tutto questo? Per soldi ma anche per voti, per amicizie. Per rispondere alle esigenze di club sempre più affogati nei loro debiti, ma anche per assicurarsi nuovi consensi alle elezioni perché uno vale uno. E più Federazioni avvicini alla torta, più voti ti assicuri.
Nel suo discorso di giovedì scorso, dopo esser stato rieletto presidente FIFA, Infantino nel settimo dei suoi undici punti programmatici per i prossimi 4 anni ha annunciato di prevedere ricavi per 11 miliardi di euro anziché i 7.5 del precedente ciclo. La UEFA con il passaggio dalla vecchia alla nuova Champions immagina un aumento del fatturato totale da 3.2 a 5 miliardi di euro l'anno. E la Lega, con la nuova Supercoppa legata a un accordo con l'Arabia Saudita, conta di incassare 23 milioni di euro complessivi, circa il triplo rispetto all'attuale incasso.
Ma non si gioca già troppo oggi?
"Si gioca troppo e chi comanda se ne frega, sarà sempre così", disse lo scorso novembre Pep Guardiola, nel bel mezzo di un Mondiale giocato in autunno perché quella era condizione essenziale per disputarlo in Qatar. Dal tecnico catalano in giù, tutti negli ultimi anni si sono lamentati di un numero sempre più alto di partite e nessuno ha mai fatto nulla. Il problema è che sarà sempre peggio: con queste riforme un nazionale che gioca in Champions - nell'anno di un Mondiale o di un Mondiale per Club - può arrivare a circa 80 partite a stagione. Siamo oltre l'eccesso.
Ma c'è qualcosa di ancora più pericoloso: con l'idea di proporre partite tutti i giorni e a tutte le ore si cerca di incollare gli appassionati davanti alla tv in tutti i momenti di svago: non c'è altro se non il calcio perché il calcio c'è sempre e ce ne sarà sempre di più. Un overdose di partite che già oggi provoca una crisi di rigetto, con tanti match che non vede più nessuno. Così si rischia di allontanare anziché avvicinare nuovi appassionati perché se oggi, in assenza di altre idee, più partite vuol dire più soldi, in futuro più partite non vorrà necessariamente dire più spettatori. Continuando così sempre più persone troveranno nuovi svaghi. La realtà è che in molti lo stanno già facendo, soprattutto i più giovani.
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