Della serie “a volte ritornano”, ecco a voi Marcello Lippi. Il Ct campione del mondo che fra pochi giorni compirà 73 anni, sta per tornare nel calcio italiano dopo una lunga parentesi in Cina prima come allenatore e poi come responsabile delle nazionali.
Quelli che fino a pochi giorni sembravano soltanto rumors stanno invece mettendo solide basi e le possibilità che Lippi torni alla Juventus crescono e potrebbero concretizzarsi a breve. L’idea suggerita ad Agnelli ha trovato terreno fertile, fra i due c’è grande stima e feeling personale, il presidente bianconero ragazzino ammirava la prima Juve di Lippi, poi ha seguito tutta la sua gloriosa storia in bianconero. Risulta, fra l’altro, che i due si sentissero e si sentano spesso, il rapporto non è mai finito.
Ovvio che per Lippi non ci sarà un futuro in panchina, lui stesso ha dichiarato più volte di non voler più allenare, farà il dirigente. Forse direttore generale dell’area tecnica, ma su questo si sta lavorando.
Lippi è un grande valore per tutto il calcio italiano e al di là della sua volontà di non andare più in panchina, era auspicabile che tornasse in pista. Ci aveva pensato anche Gravina, stava studiando un ruolo in federazione senza intaccare l’autonomia dell’attuale commissario tecnico che sta lavorando benissimo, ma probabilmente Agnelli lo anticiperà.
Il nome di Lippi è venuto fuori in questo momento di difficoltà e di cambiamenti in casa bianconera, si stanno cercando delle soluzioni per valorizzare quello di buono che è stato fatto e ripartire dopo una stagione fino ad oggi negativa.
E’ ovvio che il discorso sia partito da una domanda: che fare con Pirlo? Metterlo in panchina è stato un azzardo che non ha pagato, ma visto che a volerlo è stato proprio Agnelli, non sarebbe da Juve rinnegare una scelta fatta da meno di un anno.
Se la Juve dovesse conquistare un posto in Champions e la coppa Italia, la stagione verrebbe comunque classificata come sufficiente. E’ stato però visto chiaramente che Pirlo non è ancora pronto, ha idee e capacità, ma avrebbe bisogno di qualcuno più esperto che accompagnasse la sua crescita. Ecco allora l’idea Lippi. Uno come l’ex Ct potrebbe diventare un punto di riferimento nel rilancio e nella ripartenza di un ciclo per la società, ma anche Pirlo, suo regista nel mondiale trionfale del 2006, potrebbe avere un supporto, un consigliere, una guida.
Su questa ipotesi si sta lavorando e una decisione dovrebbe essere presa nel giro di qualche settimana, quando si capirà come andrà a finire il campionato dove le incognite sono ancora tante.
E’ ovvio che se la Juve non dovesse conquistare la Champions sarebbe un fallimento tecnico ed economico e la posizione di Pirlo diventerebbe indifendibile. Nell’ipotesi peggiore sarebbe necessaria una sorta di rivoluzione, ma anche in questo caso, se dovesse saltare Pirlo, Lippi resterebbe comunque un’idea praticabile per ripartire.
La volontà di riportare in società uno come Lippi è forte in tutti i casi. Agnelli per ovvie ragioni spera con Pirlo in panchina. E se invece dovesse essere rivoluzione?
Anche il nome di Allegri resta in agenda. Non è un caso che l’allenatore livornese guardando al futuro resti sempre nel vago, fino ad oggi non siano state affondate trattative con le squadre che l’hanno cercato come Napoli e Roma. Allegri vuole valutare tutto e la Juve potrebbe essere una grande rivincita. Nel caso di non qualificazione in Champions oltre a Pirlo ci sarebbe un profondo rimescolamento destinato a coinvolgere anche Fabio Paratici e senza il grande nemico, ripensare ad Allegri diventerebbe automatico.
Poche settimane per sapere anche se un’idea più concreta ce la potremo fare già mercoledì dopo il recupero con il Napoli che sarà una possibile svolta per entrambe le formazioni.
Certo che lo scudetto ormai praticamente andato verso Milano e l’uscita dalla Champions agli ottavi contro una squadra inferiore alla Juve, danno l’idea di che clima ci deve essere all’interno di una società partita anche quest’anno per vincere. E’ evidente che siano state sbagliate delle scelte, a cominciare dall’allenatore, ma anche in sede di mercato e nella valutazione di alcuni giocatori.
E poi ci sono i grandi temi, cosa farà Ronaldo e cosa fare di Dybala.
A maggior ragione, proprio per tutte queste difficoltà, l’arrivo di uno come Lippi porterebbe esperienza, carisma e capacità gestionale. E’ una Treccani del pallone.
A proposito di Ronaldo, il discorso della Champions vale anche per lui. Se la Juve dovesse rimanerne fuori il divorzio sarebbe automatico. Lui non sopporterebbe il declassamento e la società non sarebbe più in grado di sostenere certe cifre. Resta aperta, comunque, anche l’ipotesi che Ronaldo decida comunque di trovare altre soluzioni e altri stimoli. Non solo il Real Madrid. L’intesa è di fare il punto e prendere una decisione entro il mese di aprile.
Più complesso il discorso Dybala che, infortuni a parte, è un rebus. Se davvero ha deciso di liberarsi a parametro zero l’anno prossimo e non accetterà la cessione in estate, per la Juve sarà un bagno economico non da poco. Situazione complicatissima per un rinnovo non fatto a certe cifre e la sensazione che Dybala sia diventato un altro giocatore e un’altra persona, si sia sentito declassato, da quando è arrivato Ronaldo.
A proposito, stiamo in sostanza dicendo che non è più la Juventus di una volta e la conferma è arrivata da quello che è successo l’altra sera a Torino: i carabinieri chiamati dai vicini scoprono a casa di McKennie una bella reunion che non è quella dei Pooh, alla quale partecipano anche Dybala e Artur. Dybala s’è scusato, ha parlato di cena, ma se così fosse non credo che i vicini si sarebbero presi la briga di chiamare le forze dell’ordine. A meno che non siano tifosissimi del Toro.
Pare che gli invitati fossero una decina e l’intervento dei carabinieri sia avvenuto attorno alle 23,30.
Comunque resta la figuraccia, in danno d’immagine e l’incavolatura feroce della Juventus per il comportamento non professionale in un momento così delicato della stagione. Fra l’altro Artur nei giorni scorsi era stato anche a Dubai scatenando altre polemiche.
Per la cena, oltre alla multa (scontata) la Juventus sta pensando di mettere fuori rosa i tre per il derby di domani.
Dicevamo che la società Juventus non è più quella di una volta per il fatto in sé che forse in altri tempi non sarebbe successo, ma soprattutto perché la notizia è diventata di dominio pubblico. Nel passato la Juve era straordinaria anche in questo, l’organizzazione e la forza di mascherare e tamponare.
Negli anni anche i giocatori bianconeri ne hanno combinate, non tutti i bianconeri sono santi, ma la Juventus è sempre stata capace di non far trapelare le notizie chiudendo tutte le fonti. Magari si veniva a sapere qualcosa mesi dopo, quanto tutto era finito e sistemato. Proprio questo rende bene l’idea del momento difficile di una società che non solo non controlla i giocatori, ma neppure il giro delle notizie attorno al mondo bianconero.
Allargando l’orizzonte, passando in Spagna, è iniziata l’asta attorno a Haaland come ampiamente ipotizzato. Il giovane bomber norvegese lascerà il Borussia e il suo procuratore Raiola ha iniziato il giro delle capitali del pallone per capire chi lo vuole e quanto c’è sul piatto. Ieri Raiola ha parlato prima con il Barcellona poi con il Real. E’ ipotizzabile anche un tour inglese, fra Manchester e Londra. Non credo che Raiola proporrà Haaland a società italiane, la Juve ha perso l’occasione due anni fa e adesso con la crisi economica e di risultati, non ha appeal. L’Inter è in vendita e le altre non sono al livello richiesto.
Tornando al discorso allenatori, non solo la Juve, anche Roma, Napoli e Lazio stanno ragionando. Roma e Napoli di sicuro cambieranno e i nomi accostati sono i soliti, da Allegri a Sarri. Ma al Napoli piace anche Simone Inzaghi se dovesse lasciare la Lazio come sembra. Gattuso non resterà in ogni caso e per lui si sono mosse decisamente la Fiorentina e probabilmente anche il Monza. Rocco Commisso stima molto Rino e lo avrebbe voluto anche l’anno scorso, ma rischia di perderlo anche questa volta perché il richiamo di Berlusconi e Galliani è forte. Del resto Rino è un tipo riconoscente, ha valori, c’è quasi un cordone ombelicale con il proprietario e il primo dirigente di quel grande Milan che fu. Provare con loro a far grande il Monza in serie A sarebbe qualcosa vicino a una favola calcistica. Anche in questo caso e vale un po’ per tutti, entro questo mese saranno prese le decisioni. Panchine bollenti…
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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