Siamo di fronte a una finestra trasferimenti al limite dell'impossibile. Perché a giugno ci saranno moltissimi addii illustri, cose che non succedevano da anni. In particolare in Spagna, dove Barcellona e Real Madrid non hanno più senso di esistere con determinati ingaggi oppure età. Sergio Ramos che chiede un contratto pazzesco, da oltre 15 milioni di euro all'anno, che probabilmente saluterà. Dall'altro canto ci sarà Alaba, dal Bayern Monaco, che arriverà più o meno a quella cifra, come se fosse un qualcosa di normale. Cristiano Ronaldo nei giorni scorsi ha chiamato Perez? È una domanda più che una notizia, sebbene la voce circoli nei salotti buoni, subito rispedita al mittente: il Real Madrid, per gli over 30, avrà una politica chiara. Più o meno quella del Milan, che però poi va a prendere Ibrahimovic per cercare di vincere qualcosa. Perché la qualità è indiscutibile al netto dell'età che rende sopportabile (o meno) l'investimento. A Torino si è parlato di primi spifferi per il rinnovo: ha senso per chi compirà 37 anni la prossima stagione? La situazione così è più ingarbugliata che mai.
La stessa cosa succede per Messi, con il fatto che potrà essere ceduto a zero nella prossima stagione. 555 milioni di euro in quattro anni, cifre che sono senza senso per chiunque. 115 alla firma, 80 di bonus fedeltà, circa 90 lordi all'anno. Neanche vincere la Champions ogni anno ha questo valore, figuriamoci un calciatore stupendo, il migliore della sua (e forse di tutte) le generazioni, che si permette di allargare il buco nella crisi del Barça. Sicuro che non sia lui il problema principe per quel che sta succedendo a Barcellona. Dall'altro si è perso il lume della ragione: ha senso dare dei ristori a gente che se avesse la possibilità di spendere, probabilmente, pagherebbe 120? La risposta è no.
Griezmann potrebbe finire nel calderone, nelle prossime settimane. Vuole andarsene da Barcellona ma ha firmato per 17 milioni di euro annui. Il prossimo contratto, come minimo, sarà intorno ai 10. Di più è difficile. Anche spalmare riesce molto complicato, ma è un altro giocatore che potrebbe andarsene nelle prossime sessioni di mercato. Il Real Madrid vuole Mbappé a tutti i costi, il Chelsea avrà 300 milioni da spendere (occhio ad Haaland), l'Olympique Marsiglia vive un momento complicato (con comunicati ufficiali a breve), mentre il calcio italiano ha più di qualche difficoltà.
La crisi di Suning e dell'Inter ha un risvolto chiaro. Vendere significa aprire ai capitali, ancor più di quanto fatto con Elliott: per il Milan c'era un prestito non pagato, stavolta l'idea è quella di cedere consapevolmente. Suning pare arrivato al capolinea (sarebbe curioso capire cosa succederebbe dopo un mercato con zero possibilità di investimento, a giugno sarà interessante), Exor spende e spande ma deve ripianare. La realtà è che il calcio italiano è un'enorme balena bianca, la stessa inseguita da Giolitti: il pareggio in bilancio per il football è impossibile. Ci sarà sempre chi spenderà perché il circo vada avanti, per un ritorno diretto o indiretto. L'Inter che vende anticipa i tempi di Milan e Juventus: o qualcosa cambia oppure sarà sempre un saldo negativo. Anche se questo - ma non ditelo a Platini - non è certo un problema poi così grosso.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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