Uscire dalla crisi affrontando il Real Madrid è come tentare di respirare nel deserto. E la Juventus di Igor Tudor, al Bernabeu, ci ha provato con orgoglio ma è uscita sconfitta ancora una volta: 1-0 firmato Bellingham e settimo incontro consecutivo senza vittorie. Un risultato pesante, non tanto nel punteggio quanto nel morale, perché conferma le difficoltà di una squadra che sembra aver smarrito identità, ritmo e fiducia.

UN ALTRO KO, TROPPA DIFFERENZA – La sconfitta è meritata. Il Real ha dominato in lungo e in largo, costruendo occasioni a ripetizione e trovando in Di Gregorio un ostacolo spesso insuperabile. L’estremo difensore bianconero ha respinto tutto il respingibile, ma non ha potuto nulla al minuto 58: magia di Vinicius, tiro sul palo e tap-in vincente di Bellingham, lesto a sfruttare una dormita di Kelly. Da lì in poi, partita in controllo totale per i Blancos, che avrebbero potuto arrotondare il risultato.

I NUMERI DELLA CRISI – Due soli punti in tre giornate di Champions League, sette partite senza successi, due sconfitte consecutive. La Juventus scivola sempre più giù in classifica e rischia di compromettere il suo cammino europeo già nella League Phase. Una situazione delicata che costringerà Tudor a cercare risposte immediate, non solo nel gioco ma anche nell’animo della squadra.

TRA ILLUSIONE E FRAGILITÀ – L’approccio era stato incoraggiante: quindici minuti di corsa, aggressività e voglia di imporsi. Poi la luce si è spenta. Il Real, con in campo una collezione di talenti — Mbappé, Vinicius, Bellingham, Brahim Diaz, Arda Guler — ha preso il controllo, costringendo i bianconeri a una difesa costante e disordinata. L’unica vera occasione è arrivata a inizio ripresa, con Vlahovic che in contropiede ha avuto la palla del possibile vantaggio, sprecandola. Poi, più nulla.

DI GREGORIO E GATTI GLI ULTIMI A MOLLARE – In un pomeriggio di sofferenza, spiccano solo due nomi: Di Gregorio, autore di parate decisive, e Gatti, il migliore del trio difensivo, l’unico a non perdersi contro l’uragano blanco. Tutto il resto è da rivedere. Yildiz, con la fascia di capitano al braccio per la prima volta, è apparso bloccato dalla responsabilità e incapace di incidere; Koopmeiners ha corso più all’indietro che in avanti, Cambiaso schiacciato sulla linea difensiva, Kalulu promettente solo all’inizio. Anche i cambi — Conceição, David, Openda — non hanno cambiato l’inerzia.

TUDOR, FUTURO IN BILICO MA CONFERMATO – Il tecnico croato è inevitabilmente nel mirino. Tuttavia, le parole di Chiellini a fine gara allontanano, per ora, lo spettro dell’esonero: «Il futuro di Tudor è saldo». Ma la pazienza non sarà infinita. La prossima sfida di campionato all’Olimpico contro la Lazio rischia di diventare decisiva: lo stadio dove Tudor, ironia del destino, esordì in Serie A proprio sulla panchina biancoceleste battendo la Juventus.

COSA ASPETTA I BIANCONERI – Il calendario di Champions offre ora un’apparente boccata d’ossigeno: Sporting CP, Benfica e Monaco saranno test probanti, ma contro Bodo/Glimt e Pafos la Juve non potrà permettersi passi falsi. La speranza è che l’orgoglio torni prima della matematica. Perché la Juventus che si arrende non è mai stata nel suo DNA.

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Sezione: Champions League / Data: Mer 22 ottobre 2025 alle 23:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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