Il classico viaggio nei bilanci dei club di TMW deve fare i conti con una situazione disastrata, soprattutto dall'assenza delle plusvalenze. Mai come adesso i club sono indebitati e devono fare i conti con stipendi troppo alti e un'operatività che è ai minimi storici
ATALANTA
L'arrivo degli americani nell'Atalanta ha avuto un impatto, sicuramente. Quello di spostare la scadenza del bilancio dall'anno solare a quello stagionale, con un mini bilancio al 30 giugno del 2022. Così è possibile spezzare in due gli ultimi due bilanci, quello terminato al 31 dicembre 2021 che ha avuto un guadagno di 35,1 dopo le imposte, mentre quello concluso in estate - solamente di sei mesi quindi - ha riportato un utile pari a 11 milioni. Va detto che bisogna ringraziare la plusvalenza fatta con Robin Gosens, ceduto per 25 milioni all'Inter mentre era a bilancio per poco meno di un milione, generando appunto un più 24,9 molto utile al bilancio. Poi Colpani, Melegoni e Bettella, per un importo totale intorno di 44,2 milioni.
I diritti televisivi
Nel periodo sono molto meno rispetto a quelli del 2021, non solo perché sono sei mesi, ma per la partecipazione all'Europa League invece che alla Champions, dopo la mancata qualificazione nel girone con Villarreal e Manchester United. Quindi sono solamente 37 milioni sui 120 del valore di produzione, intorno al 30%, che rende l'Atalanta abbastanza indipendente dai diritti televisivi. In realtà, senza le plusvalenze, la percentuale sale al 43%. Da capire quanto avrà influito l'Europa League fino ai quarti di finale.
I costi
Ci sono due macro aree di costi per l'Atalanta, come quasi tutti i club. Gli stipendi, molto inferiori all'anno prima probabilmente perché non sono stati elargiti premi per qualificazioni alle Coppe, ma anche gli ammortamenti per l'acquisto di calciatori, anche qui abbastanza in picchiata rispetto all'anno prima: dai 52 milioni ai 29 dell'anno successivo. In totale, per sei mesi, i costi della produzione sono di 103 milioni totali.
Bene, ma il prossimo sarà rosso?
Così, dopo sei bilanci (e mezzo) di utile, probabilmente il prossimo - senza la Champions League e con costi comunque altri - rischierà di essere in rosso. Anche perché sono stati spesi molti soldi per l'arrivo di diversi calciatori, al netto di un player trading comunque molto interessante, visti i vari riscatti dovuti per altri giocatori (come Romero) che non erano ancora scattati. Insomma, l'Atalanta rimane in un'area virtuosa ma il rischio che svolti verso un peggioramento non è poi così peregrina. Certo, l'oro di Scalvini e Hojlund, ma anche Koopmeiners, Demiral o Carnesecchi, aiuterà a rimanere in acque sicure. Bisogna evitare di fare il passo più lungo della gamba, soprattutto senza un rientro in Champions League che darebbe una grande spinta alle casse.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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