Giorgio Chiellini, ex difensore che ha giocato a lungo con la maglie della Juventus e dell'Italia, ha rilasciato un'intervista ad As nel giorno del match tra gli Azzurri e la Spagna: "Sto bene, sono calmo e felice. La cosa bella è che ho scelto tutto quello che mi è successo: venire a Los Angeles quando avevo ancora un anno alla Juventus e ritirarmi quando mi hanno proposto di continuare".
Quando ha deciso di ritirarsi?
"Nell'ultimo anno alla Juve potevo ancora giocare, ma ho notato quanto fosse difficile per me recuperare. Non volevo rimanere insignificante. A me è successa la stessa cosa a Los Angeles. Ho vissuto due stagioni bellissime, abbiamo raggiunto due finali di MLS, una vinta e una persa, e una finale di Champions... Con la famiglia l''idea era tornare in Italia dopo l'estate e volevo iniziare a divertirmi e studiare".
Tutti la immaginano come un grande allenatore.
"Sto facendo uno stage qui, lavorando vicino alla parte sportiva, ma anche a quella lavorativa. È interessante e sto imparando molto".
Bonucci si è appena ritirato. Era l'ultimo della BBC.
"Un'era è finita. Presto sarà la volta anche dell'altra BBC... Il primo è stato Gareth (Bale, ndr), con il quale ho avuto la fortuna di giocare qui, è una persona splendida. Il tempo passa, fa parte della vita. È fondamentale prepararsi per quello che verrà dopo, anche se avessi giocato fino a 60 anni".
Totti, nel suo ritiro, ha detto 'Lasciatemi avere paura'.
"È uno shock per tutti. A volte non ti accorgi dei segnali che manda il tuo corpo, che poco a poco ti abbandona. Il problema è che, a volte, ciò non avviene poco a poco: quando accade all'improvviso, è molto più difficile reagire e adattarsi".
Il Real Madrid continua a sollevare Champions.
"Sono molto contento per Ancelotti e ho scritto a Pintus, con cui ho lavorato alla Juve. Se un club italiano non poteva vincere, ero entusiasta che lo facesse Carlo. È stato uno dei pochi con cui mi sarebbe piaciuto lavorare e non ho mai potuto. Ho avuto fortuna di farlo con grandi allenatori: Lippi, Capello, Prandelli, Conte, Allegri, Mancini... Mi mancavano Ancelotti e Spalletti per fare tombola".
Ha giocato spesso contro Ronaldo e Messi.
"Ho giocato con Cristiano e ho pensato che fosse incredibile, sono sicuro che chi ha giocato con Messi dice la stessa cosa. Per me erano allo stesso livello, hanno scritto pagine leggendarie e hanno alimentato la loro crescita con la loro sfida costante, partita dopo partita. Ricordo il mio primo Gamper contro Messi, nel 2005. Capello mi mise a centrocampo in un 4-4-2, con Pessotto terzino sinistro che marcava Leo e Cannavaro che raddoppiava. Alla fine del primo tempo eravamo scioccati per quello che stava facendo quel ragazzo. Cristiano è il giocatore che ha segnato più gol nella mia Juve, e non è stata una cosa facile. L'argentino non ha mai segnato giocando contro di me, mentre CR7 lo ha fatto in ogni modo possibile".
Quanto le ha fatto male perdere nel 2012 l'Europeo contro la Spagna?
"Nella fase a gironi abbiamo avuto tempo e forza per prepararci contro la Spagna. La finale è stata una situazione molto diversa: abbiamo giocato giovedì sera a Varsavia, siamo arrivati alle cinque del mattino a Cracovia e sabato mattina abbiamo viaggiato altre tre ore di aereo per andare a Kiev. Non c'è stato tempo per recuperare e, contro una rivale più forte come la Spagna, ci sarebbero voluti altri due o tre giorni. Ho iniziato la finale, praticamente, senza essermi allenato. Eravamo distrutti fisicamente: avevamo dato tutto con la Germania".
Nel 2021 si è vendicato.
"Con la Spagna ho perso molto, ma ho anche guadagnato molto. Ho iniziato con i quarti del 2008, che è stata come la mia consacrazione internazionale. Lo 0-0 col Barcellona nel 2017 è stato un altro bel ricordo, al termine di una settimana perfetta con il 3-0 dell'andata e anche il mio diploma. Un maestro della nostra difesa. A Euro 2016 ho segnato un gol nei quarti che abbiamo vinto, e nel 2021 siamo passati, nonostante avessimo vissuto con loro l'unica partita del torneo, nella quale abbiamo sofferto come cani. Gli spagnoli sono stati amici/nemici di tutta la mia carriera dal 2001, con gli Europei Under 16, quando persi ai quarti contro Torres e Iniesta, ai rigori. Quanto sono stato fortunato a crescere contro rivali come Fernando e Andrés dai 17 ai 40 anni? Abbiamo lottato tanto in campo, ma alla fine quello che resta è il rispetto reciproco. Ci siamo picchiati, ci siamo insultati, abbiamo dato il massimo e ora possiamo guardarci con un sorriso. È stato un onore incontrare giocatori che tante volte hanno segnato un’epoca".
Ora devi spiegarci cosa è successo con Jordi Alba tre anni fa.
"Vediamo, è successo qualcosa di strano. La moneta dell'arbitro aveva due facce, una rossa e una blu. Quando abbiamo pareggiato, logicamente la Spagna era quella rossa e l'Italia quella blu. Poi, quando è stato il momento di decidere chi avrebbe tirato per primo, l'arbitro ha detto: 'Italia rossa, Spagna blu'. Non so perché sia cambiato e lì c'era confusione. È uscito rosso e ho detto: 'Ok, calciamo per primi'. Jordi dice: 'No'. E io rispondo: 'Sì, bugiardo, tocca a me' e mi sono messo a ridere. Abbiamo sofferto per 120 minuti, e per me sarebbe stato difficile tirare: sentivo la tranquillità che, per quella partita, il mio era già stato fatto. E volevo godermi il momento".
Il suo approccio a quell'Europeo non è stato facile.
"A dicembre dell'anno precedente stavo pensando di andare in pensione. Ho subito un intervento chirurgico al legamento crociato, non potevo avere continuità. Poi, visto che sono una persona testarda, ho iniziato a cambiare metodo di allenamento, abbandonando i pesi e lavorando solo su elasticità e postura. Ho giocato ogni tre giorni per sei mesi e sapevo che sarebbe stata la mia ultima Champions al 100%, volevo godermela e penso che si vedesse. Poi è arrivata la voglia di disputare anche il Mondiale, ma, come è sempre successo nella mia carriera, quella competizione mi ha fatto stare male...".
Cosa ha significato alzare la Coppa a Wembley?
" La più grande soddisfazione della mia carriera. Mi mancava un trofeo internazionale e penso di averlo meritato per tutte le volte che l'ho avuto vicino".
Come difenderà il trofeo l'Italia di Spalletti?
"Con orgoglio, con entusiasmo. Il gruppo è cambiato tanto, Spalletti sta facendo un ottimo lavoro ed è la garanzia del progetto. Ho parlato con alcuni azzurri e mi dispiace non esserci, ma gli impegni che ho me lo impediscono. Potrebbe arrivare in finale: firmerei per un'altra Italia-Spagna".
Tra i difensori su chi scommette?
"Il migliore al momento è Bastoni. A livello tecnico ce ne sono pochi al suo livello al mondo, sta crescendo e interpretando bene la nuova evoluzione del calcio, meno posizionale e sempre più tecnico e offensivo. Gioca in una difesa a tre, ma cambia posizione, si posiziona alto e ha una calma enorme nel toccare la palla. Potrebbe essere un grande difensore centrale spagnolo".
Cosa pensa della Spagna?
"Stanno attraversando un cambio di ciclo, mancano alcuni grandi nomi, ma sono sempre una squadra temibile. Sono contento per Morata, che è un carissimo amico ed è importante per la Nazionale. Ci sono tanti giovani e la squadra dovrà essere costruita attorno al talento di Rodri".
Per finire, chi vince l'Europeo?
"Francia, Inghilterra e Portogallo sono le favorite, gli altri sono dietro, ma attenzione: quando abbiamo vinto, non eravamo i migliori. È solo questione di essere pronti per tre settimane, forse meno. Il Portogallo, nel 2016, vinse dopo una fase a gironi mediocre. Se tutto va bene lì, puoi raggiungere la Coppa".
Quando la rivedremo sui campi?
"A settembre tornerò a Torino, che è casa mia, ma è stata una decisione di famiglia. Ho un contratto da ambasciatore con la Juventus, è stata la squadra della mia carriera, anche se è presto per parlare del mio futuro. Devo continuare ad imparare e ad accumulare energie per ricominciare".
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