Chiamatelo come volete. Valzer delle panchine, domino delle panchine, il gioco delle panchine, le panchine girevoli. Fatto sta che sono proprio gli allenatori i protagonisti di questo mese di aprile. E non può essere che così, visto che alcune delle squadre più importanti d’Italia (e ci fermiamo ai confini nazionali per non dover aggiungere necessariamente carne al fuoco) cambieranno allenatore, qualcuna ci sta pensando, qualcuna fa ancora finta. E di conseguenza anche le altre dovranno muoversi o aspettare…
Partiamo sempre dall’alto e allora partiamo da Napoli e Juventus. Due situazioni diverse. In un caso si cambia sicuramente (Napoli) nell’altro (Juventus) tutto sembra indicare quella direzione, ma ancora nulla è stato deciso. Questo obiettivamente è il leit motiv del momento: l’incertezza e l’indecisione.
A Napoli, dove sanno già che dovranno cambiare allenatore, non chiudono. Perché l’unico che potrebbe già firmare, Antonio Conte, non è così semplice da raggiungere. E’ giusto provarci fino alla fine, già una volta il colloquio fitto comunque non aveva portato al matrimonio, questo inverno. Ora gli argomenti non saranno molto diversi (e quindi forse neanche la risposta), ma le cose possono cambiare. E di fronte a molte difficoltà (ingaggio alto, la necessità di rimodellare la squadra, una campagna acquisti importante) c’è sempre la consapevolezza di puntare sul sicuro, più sul sicuro possibile. Perché nessuno ti garantisce la vittoria, ma Conte è quello che - almeno guardando il suo trascorso - ci arriva più vicino e ti avvicina di più a quell’obiettivo. Se dovesse accettare o meno obiettivamente lo sa soltanto lui. Ma allo stesso tempo il Napoli non può puntare le sue carte soltanto su una strada. E così ecco che ci sono anche le altre soluzioni. Anche qui però nessuno può prendersi l’impegno per il prossimo anno. Sia Pioli, che Italiano, che Gasperini sono sotto contratto con la loro squadra, che peraltro è ancora in corsa per obiettivi ambiziosi. Inutile approcciarli ora, se non indirettamente. Senza contare che Pioli, di sua spontanea volontà, è difficile che lasci il Milan. Bisogna aspettare che la dirigenza rossonera completi le proprie valutazioni (anticipiamo la domanda: impossibile che il destino dipenda da una sola partita, ovvero il ritorno dei quarti di finale) per capire se si considera finito il ciclo con Pioli o meno. Impossibile che l’Atalanta non faccia resistenza, qualora ci fosse un’avance per Gasperini (e sempre che Gasp accetti di lasciare il suo gioiellino). Più ragionevole la posizione di Italiano, che da Firenze potrebbe andare via, ma che non ha soltanto il Napoli come possibile destinazione.
In questo contesto si inserisce anche la Juventus. Allegri sì o Allegri no. Se la discriminante dovesse essere il rinnovo di contratto allora il matrimonio si interromperà. Ma in realtà finora non è stato neanche detto: ci vediamo a fine stagione e parliamo di futuro. Forse perché il futuro la Juventus vorrebbe cambiarlo e sullo sfondo rimane sempre Tiago Motta. Che piaccia a Giuntoli (che nel frattempo avrà i suoi uomini all’interno della società in un ricambio dirigenziale che segnerà comunque una svolta) non ci sono dubbi. Così come che la seconda parte di stagione non abbia pienamente soddisfatto nessuno. Giuntoli dovrà decidere: è stato lui l’unico nominato nella lettera di John Elkann agli azionisti Exor. Come a dire: ci fidiamo di lui, lo abbiamo scelto apposta.
Nel frattempo però a Bologna, Tiago Motta non ha ancora sciolto le riserve sul proprio futuro. Non ha detto né che se ne va né che rimane. Quest’ultima opzione si fa strada, sulla scorta di quello che è successo anche a Leverkusen. Ma non è chiaramente una scelta già fatta. Così il Bologna si guarda intorno ma non affonda con nessuno. Vogliono farsi trovare pronti Fenucci e Sartori (e quindi ecco perché Italiano), ma la prima scelta rimane sempre Tiago Motta, sul quale il Bologna ha investito e creduto prima di tutti.
Di conseguenza poi ci sono anche tutti gli altri. Chi andrebbe a Firenze? Si parla di Palladino (che infatti non sta rinnovando a Monza, ma che potrebbe anche andare al Genoa), di Gilardino (stesso discorso fatto sopra per il rinnovo di contratto che in questo caso non arriva nonostante le parole al miele della società nei suoi confronti, ma il foglio da firmare ancora non si è visto e che magari potrebbe andare proprio a Monza, perché no, di nuovo con Galliani), di Aquilani, cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina, come allenatore, e oggi impegnato con il Pisa nella sua prima stagione fra i “grandi”. Oppure ancora - e sarebbe una prima scelta - di Daniele De Rossi, da sempre un grande pallino di Pradé, qualora mai non dovesse rinnovare con la Roma (e questa si che sarebbe una grande sopresa per il lavoro straordinario che ha fatto non soltanto sul campo).
Insomma tante ipotesi e nessuna certezza. Ma chi si può sbrigare lo faccia. Partire bene è sempre importante. Pensate a farlo con le persone giuste.
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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