Un anno fa difendeva i pali dei campi di Serie D, oggi siede in panchina allo Stadium accanto ai campioni della Juventus. È la favola di Stefano Mangiapoco, 21 anni, portiere bergamasco originario di Nembro, cresciuto calcisticamente nel Ponte San Pietro (oggi Pontisola) e passato in pochi mesi dall’Eccellenza alla Juventus Next Gen in Serie C. Mercoledì 29 ottobre, la chiamata che non dimenticherà: prima convocazione in Serie A, contro l’Udinese. Un sogno che il ragazzo ha costruito passo dopo passo, senza scorciatoie. «Sono partito dal basso, dai campi dell’oratorio — racconta ai microfoni de L'Eco di Bergamo — ma ho sempre creduto che il lavoro e la disciplina avrebbero fatto la differenza. Non ho mai smesso di crederci, anche nei momenti più difficili».
DALL’ORATORIO ALLA JUVE - Mangiapoco muove i primi passi al Cornale, squadra dell’oratorio di Nembro, dove difende la porta fin da bambino. Poi il passaggio all’Albinese, quindi all’Oratorio Alzanese, e infine il salto al Pontisola, dove completa la trafila giovanile.Nel 2024 arriva la svolta: dopo un campionato da protagonista con la Virtus Ciserano Bergamo in Serie D, la Juventus lo nota e decide di portarlo a Torino. Alla Next Gen conquista fiducia e spazio, fino alla prima chiamata in prima squadra, un riconoscimento meritato per un percorso costruito con sacrificio e pazienza.
UNA FAMIGLIA DI SPORTIVI - Stefano non dimentica le proprie radici: «Devo tanto alla mia famiglia — spiega — che mi ha sempre sostenuto, anche quando sembrava impossibile arrivare a certi livelli. Mio fratello è un grande tifoso dell’Atalanta, ma ieri ha fatto un’eccezione». Il giovane portiere ricorda anche i luoghi che hanno segnato la sua infanzia: «Il mio posto del cuore? Il monte Poieto, dove andavo spesso con gli amici dopo gli allenamenti. E naturalmente il campo dell’oratorio di Cornale, dove è cominciato tutto».
DALLA D AL PROFESSIONISMO - Per Mangiapoco, la porta del professionismo si è spalancata nel 2024. Dopo una stagione di crescita al Ponte San Pietro, la chiamata della Juventus Next Gen è arrivata come una sorpresa, ma lui si è fatto trovare pronto: «All’inizio ero incredulo — ammette — poi ho capito che era la mia occasione e ho deciso di giocarmi tutto. L’umiltà e la costanza mi hanno portato fin qui». Ora, con l’emozione della prima convocazione in Serie A ancora viva, guarda avanti con serenità e determinazione: «So che questo è solo l’inizio, ma non dimenticherò mai da dove sono partito».
Dall’oratorio di Cornale allo Juventus Stadium, il viaggio di Stefano Mangiapoco è la storia di chi non ha mai smesso di credere nei propri sogni.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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