Chi ci ha perso tra la Juventus e Marotta dopo l'addio dell'anno scorso? Nessuno. Semplicemente ci ha guadagnato l'Inter che ha accorciato i tempi di rinascita grazie al modus operandi di Beppe Marotta, il quale punta Lukaku e lo prende, punta Eriksen a gennaio e lo prende e non si nasconde se deve lanciare il guanto di sfida alla Juventus per la corsa al titolo. Un dirigente non può cambiare un campionato. E' probabile ma sicuramente lo può indirizzare e già è tanto se non fa danni. Qui siamo di fronte ad una possibilità concreta di accorciare il divario tra Inter e Juventus, anche se Antonio Conte non è molto d'accordo con la linea della stampa italiana. L'Inter non è la Juventus, ci mancherebbe, ma ad ogni sessione di calciomercato si avvicina sempre di più. E alla fine sapete cosa vi dico? Se Marotta non ha preso la quarta punta l'ultimo giorno di mercato è stato un bene e non un male, visti i nomi che circolavano. Proprio quello di cui non ha bisogno questa squadra è fare... tanto per fare. Oggi Conte non è al livello della Juventus, probabilmente chiuderà secondo, ma pensate come potrebbe ulteriormente rinforzare la rosa Marotta alla prossima sessione estiva di calciomercato. Ribadisco anche un concetto già espresso: il vero tifoso nerazzurro dovrebbe tifare la Juve in Champions perché, per i bianconeri, una volta messa da parte questa ossessione è sempre più probabile l'ipotesi di fine ciclo con smantellamento dell'attuale rosa che non avrebbe più stimoli per andare avanti a Torino. E in quel tunnel si infilerebbe Marotta per velocizzare, ulteriormente, la crescita esponenziale del suo club.
Prendendo spunto da Sassuolo-Roma, dove Mancini ha fatto autentici disastri, ci verrebbe da fare una considerazione che avevamo da tempo sulla punta della lingua: a Bergamo sono tutti fenomeni, fuori da Bergamo si perdono. C'è una spiegazione logica? In parte no, ma una mezza motivazione ci sarebbe: Bergamo è la piazza ideale per fare calcio, con questa società e con questo allenatore. Funziona tutto e il gruppo prevale sempre sul singolo. I ragazzi che ci sono a Bergamo sono tutti di valore ma il passaggio individuale nella grande squadra, spesso, lo pagano. Non è il solo caso di Mancini che, fin qui, aveva fatto una buona stagione ma ci sono tanti esempi che sarebbe inutile rimarcare. Molti, però, sono stati condizionati dagli infortuni. Vedi Conti e Caldara al Milan. Altri non hanno mai spiccato il volo. Bonaventura, forse, una rara eccezione. Mai prendere un calciatore da Gasperini subito dopo che ha fatto bene l'anno prima. Perché? Gasperini li sfianca, li usura e quando lasciano Bergamo hanno bisogno almeno un anno di riassettare tutto e metabolizzare il passaggio. Il metodo Gasp è ben diverso da quello di molti altri allenatori.
Settimana scorsa abbiamo appreso anche di una notizia del mercato dei procuratori e abbiamo già espresso il nostro pensiero in diretta su Sportitalia. Concetto che ribadiamo per iscritto. Riguarda il difensore del Torino Armando Izzo. Un ragazzo serio, educato, intelligente che però per arrivare dove è arrivato ha fatto enormi sacrifici. Da Scampia alla Nazionale, la sua storia è da libro cuore. Le difficoltà familiari e la forza di non arrendersi mai. Scartato dalle giovanili del Napoli, con Rastelli ad Avellino si è lanciato e messo in evidenza prima di andare al Genoa e poi passare al Torino dove oggi guadagna 2,2 milioni di euro grazie ad un bel contratto strappato (mica roba da poco) ad Urbano Cairo. Izzo è un bravissimo ragazzo e in queste righe non ci sono accuse o falsi moralismi, però, da uno così non ci aspettavamo il cambio di procuratore che più di un cambio di agente è un cambio di secondo padre. Premesso che nella vita professionale ognuno è libero di prendere le proprie decisioni. Addio a Paolo Palermo per passare a Mino Raiola. Che Raiola sia bravo nessuno lo mette in dubbio, anche se ad esempio il contratto di Bonaventura al Milan ancora non è stato rinnovato e le cifre sono le stesse dei tempi di Martorelli. Izzo, però, no. Cambiare agente/padre dopo che ha cresciuto non solo calcisticamente un ragazzo di Scampia fa pensare che in questo mondo davvero tutto abbia un prezzo. Armando ha scritto belle pagine della sua storia e siamo certi che, anche se qualcosa un agente avrà potuto sbagliare, il fattore umano in questo caso non sarebbe mai dovuto essere messo in discussione.
Curiosità finale: la Lega Calcio pensa, dal bando 2021-2024, ad un lunch match anche di sabato e non solo alla domenica. Come eravamo favorevoli, non del tutto ma parzialmente, alla partita domenicale ad ora di pranzo diciamo che sarebbe follia far giocare la serie A il sabato ad ora di pranzo con abitudini italiane che neanche il calcio sarebbe in grado di cambiare. Sarebbe un altro flop, mediatico e di spettatori allo stadio. La differenza tra il sabato e la domenica, a quell'ora, è abissale. Mai un padre rinuncerà a vedere il figlio che gioca di sabato pomeriggio per andare a vedere la sua squadra del cuore. Anche solo per il fatto di non sentire la mamma che rompe. Poi c'è lo shopping, il catechismo e aggiungiamo mille variabili del sabato. Evitiamo da subito l'errore, prima di fare altri pasticci come la chiusura anticipata del calciomercato dello scorso anno per copiare gli inglesi (adesso copiano loro noi) o le partite a Natale. Siamo italiani e vogliamo restare italiani. Con i nostri difetti e le nostre abitudini.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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