Lo sguardo di Mateo Musacchio, quando si accorge che la frittata è fatta, che il retropassaggio per Reina è finito sugli scarpini di Lewandowski, è la fotografia della notte della Lazio. Gli occhi impauriti davanti alla bestia famelica, quattro morsi dati senza pietà. Il primo è del polacco, dell'uomo più atteso, per la sfida nella sfida più attesa. Perché certe notti sono fatte di storie incrociate e intrecciate, sicché Immobile contro Lewandowski non è buona solo per i titolisti ma anche la scia di quella che è stata la battaglia a distanza per l'ultima Scarpa d'Oro. A suon di gol, in Italia, l'ha vinta Ciro. Solo che la bacheca di squadra del polacco ha detto sei, nell'ultima stagione, e se non è stato Pallone d'Oro è solo per colpa della decisione unilaterale di France Football di cancellare il premio nell'anno della Pandemia. Il polacco, pronti via, ha messo un accento sulla direzione della sfida: grazie a Musacchio, palla arpionata e gol.

Il colpo del ko arriva subito La botta data da Lewandowski indirizza da subito la partita. Il raddoppio è di un diciassettenne come Musiala, che è il ragazzino dei record del Bayern ma pure un segnale rispetto al nostro campionato. In Serie A ha esordito soltanto un imberbe difensore, Dierckx, al Parma. Al Bayern gioca, e segna, da dieci, agli ottavi Champions. Davies dà il là, Goretzka tocca, lui vien lasciato solo dalla difesa della Lazio e incrocia bene, con la personalità di un senatore. Da lì un diluvio rosso, il terzo gol arriva da una palla persa di Patric: Coman va a velocità doppia, si fa tutta la metà campo avversaria, tira, Reina respinge e Sané segna il terzo.

Terrore Lazio I biancocelesti sono spaventati, come ad inizio partita. Che intanto è uscito, già prima del tris bavarese, ma pure con Lulic la storia non cambia. Il Bayern è più forte, è fortissimo. La ripresa, piuttosto che con l'orgoglio biancoceleste, è un altro colpo alla Lazio ferita. E' un autogol, di Acerbi, del simbolo, la beffa più importante. Eppure è un tentativo disperato di evitare il poker ma se la sua scivolata non fosse andata in porto, avrebbe messo in rete Davies. Terzino. Da solo nell'area piccola. E' la storia di un progetto tattico completamente differente, quello di Flick, il miglior traghettatore della storia del calcio. Ora è chiaramente ben di più, ma per come ha iniziato e proseguito il suo percorso in Baviera, tutto sembra perfetto. C'è una sbavatura. E' una sviolinata sui venti metri di Correa e un acuto che sa tanto di gol della bandiera. Ma quella bianca sventola già, dopo solo l'andata dell'Olimpico. Gli occhi di Musacchio, dopo nove minuti, dicevano già tutto.

LAZIO-BAYERN MONACO 1-4
10' Lewandowski (B), 24' Musiala (B), 42' Sanè (B), 47' aut. Acerbi (B), 49' Correa (L)

LAZIO (3-5-2): Reina; Patric (53' Hoedt), Acerbi, Musacchio (31' Lulic); Lazzari, Milinkovic-Savic (81' Cataldi), Leiva (53' Escalante), Luis Alberto (81' Akpa Akpro), Marusic; Correa, Immobile. All. S. Inzaghi

BAYERN (4-2-3-1): Neuer; Sule, Boateng, Alaba, Davies; Goretzka (63' Javi Martinez), Kimmich; Sané (90' Sarr), Musiala (90' Choupo-Moting), Coman (76' Hernandez); Lewandowski. All. Flick

Ammoniti: Luis Alberto, Lucas, Correa, Marusic, Escalante, Kimmich, Coman

© foto di Insidefoto/Image Sport
© foto di Andrea Staccioli
Sezione: Champions League / Data: Mar 23 febbraio 2021 alle 22:51
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
vedi letture
Print