"Devo valorizzare i giovani o vincere lo scudetto? La società chiarisca gli obiettivi". Gian Piero Gasperini ha mandato messaggi chiari ai vertici della sua Dea. L'Atalanta è lì in alto da tanto che sembra normale e ogni inciampo fa ormai notizia tanto quanto un successo. Così, il tecnico di Grugliascio si toglierebbe volentieri dal guado, per prendere una direzione o l'altra. Stoccate che nascondono altre verità: Gasp, che allo scudetto in carriera prima o poi ci punterebbe volentieri, sa benissimo che per sua stessa natura la società bergamasca non ha nel tricolore un obiettivo. Il mantra dei Percassi, del resto, è sempre stato salvezza e poi si vede. Così, l'allenatore fa finta di non sapere per cosa correre con l'obiettivo di ricordare a tutti che, alla fine, quella roba lì è straordinaria e il merito resta in buona parte suo. Ufficialmente, rimaniamo alla sua versione: non sa per che obiettivo corre.

Simone Inzaghi lo sa benissimo. E l'obiettivo dell'Inter si chiama scudetto. Non obiettivo minimo, intendiamoci: quello è il quarto posto, sotto al quale i nerazzurri proprio non possono andare, come del resto Juventus e Milan. Però un'estate in cui è tornato - sia pure finora assente - Lukaku e Skriniar è rimasto anche a suon di rifiuti clamorosi non può essere il preludio a qualcosa di diverso. Tantomeno se c'è il rischio, per ora scongiurato dal super Napoli, che alla ventesima stella ci arrivino i cugini rossoneri. L'Inter corre per lo scudetto, lo hanno direttamente tutti i protagonisti coinvolti. Ma fin qui è parecchio lontana dal poterlo dire davvero.

Ultima spiaggia? In senso metaforico, anche se il ko con la Juventus ha riaperto tutti gli interrogativi del caso sulla solidità della panchina del tecnico piacentino, specie in una prospettiva di lungo periodo. Dei cinque scontri diretti persi e dei sedici gol subiti in trasferta si è parlato tanto, a sufficienza da far diventare l'argomento noioso. Sono i numeri su cui Marotta ha chiesto una profonda riflessione, e il 6-1 al Bologna li ha fatti dimenticare solo fino a un certo punto. Con una partenza così, con un numero di sconfitte così, nessuno ha mai messo il tricolore sulla propria maglia. Alla fine, più di ogni altra cosa, sono gli zero pareggi e il percorso netto con le piccole a tenere in corsa la Beneamata: non è poco, ma serve un passo avanti. Alla Pinetina lo sanno benissimo.

Sezione: Copertina / Data: Dom 13 novembre 2022 alle 12:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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