C’è qualcosa di speciale in Charles De Ketelaere, qualcosa di imprevedibile e profondamente affascinante. Quel misto di classe cristallina e fragilità caratteriale, che lo ha trasformato in un oggetto misterioso al Milan e subito dopo in un talento ritrovato e ammirato a Bergamo. La doppietta di Monza, che ha spezzato un digiuno lungo e tormentato oltre quattro mesi, potrebbe essere il momento decisivo per la stagione dell’Atalanta, ma soprattutto per lui: Charles, che vive di momenti, di luci e ombre, ora ha l’occasione irripetibile di chiudere il cerchio e riprendersi quel ruolo da protagonista che gli spetta di diritto.
Ma dietro quei due gol in Brianza c’è molto di più di una semplice rinascita calcistica. C’è il peso del destino, ironico quanto basta per collocare il risveglio di De Ketelaere proprio sotto lo sguardo di Paolo Maldini, colui che lo aveva fortemente voluto in rossonero, e che si era convinto, forse troppo presto, che il belga non avesse la forza mentale per reggere il peso di San Siro. E invece eccolo qui, Charles, a scrivere una nuova pagina della sua storia personale proprio davanti a chi aveva creduto in lui, ma che per un crudele scherzo del destino non aveva potuto goderne appieno il talento.
Ora, però, non c’è più spazio per rimpianti e rimorsi. C’è soltanto l’opportunità da non perdere, il treno Champions da agganciare saldamente nelle ultime tre decisive giornate. Gasperini lo sa bene, e non è certo un caso se il calo vistoso dei nerazzurri nella seconda parte di stagione sia coinciso proprio con il lungo periodo di letargo di De Ketelaere, così fondamentale nel girone d’andata quanto assente ingiustificato in quello di ritorno. Lookman ha perso brillantezza, Retegui non può sempre fare miracoli, e la Dea, che ha bisogno di certezze tecniche, è finita per dipendere sempre più dai suoi colpi di genio.
Se la svolta definitiva per tornare a sognare passa dai piedi di CDK, la doppietta di Monza deve essere il nuovo punto di partenza, non un fuoco di paglia. Gasperini ha sempre puntato sul recupero mentale prima ancora che tecnico del belga, convinto che solo ritrovando fiducia e autostima il suo talento naturale potesse tornare a sbocciare. Ed è proprio da qui che deve ripartire Charles: dalla consapevolezza di essere imprescindibile per questa Atalanta, soprattutto ora, quando tutto è ancora da scrivere.
Il futuro prossimo sarà nerazzurro, ma forse con un nuovo volto in panchina. Quel che conta davvero oggi è che De Ketelaere dimostri di essere diventato un giocatore maturo, non più prigioniero della sua emotività. Non più soltanto talento discontinuo, ma uomo-squadra capace di caricarsi sulle spalle un club e trascinarlo di nuovo dove merita: nell’Europa dei grandi.
Perché la Champions non è soltanto un obiettivo, ma è il palcoscenico naturale per chi, come Charles, ha nel DNA il talento e la classe necessari per lasciare un segno indelebile. E se davvero il giovane belga ha ritrovato il suo sinistro magico e la giusta fame agonistica, allora sì, il sogno di Gasperini e di tutta Bergamo potrebbe diventare realtà. Ancora una volta, grazie a lui.
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