Vincere allo stadio Luigi Ferraris non è mai un'impresa banale, farlo all'ultimo respiro, in una gara scorbutica e tatticamente complessa, assume i contorni di un passaggio cruciale per la stagione. Raffaele Palladino lo sa bene. Il tecnico dell'Atalanta, solitamente misurato e composto, al triplice fischio si è lasciato andare a una corsa liberatoria verso i suoi ragazzi, un'immagine che vale più di mille analisi tattiche e che certifica il peso specifico di questi tre punti. Intervenuto ai microfoni di DAZN nel post-partita, l'allenatore nerazzurro non ha nascosto le difficoltà incontrate nel scardinare il fortino del Genoa, ma ha rivendicato con orgoglio l'importanza di saper vincere anche le partite "sporche", proiettando ora la squadra verso un ciclo di scontri diretti che misurerà le reali ambizioni della Dea. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com:
Mister, la vittoria è arrivata, ed è quello che conta, ma forse con più sofferenza del previsto considerata la superiorità numerica per gran parte del match. Cosa è mancato per chiudere la pratica prima e creare più occasioni quando il Genoa è calato?
«Partiamo da un presupposto fondamentale: in Serie A non esistono partite facili, mai. Voglio innanzitutto fare i complimenti al Genoa perché, nonostante l'inferiorità numerica, ha gettato il cuore oltre l'ostacolo, non mollando di un centimetro e combattendo su ogni duello individuale. Per noi è stata una gara oggettivamente difficile. Scardinare una difesa schierata con un 5-3-1, che chiude ogni linea di passaggio, è un compito arduo per chiunque. Facendo autocritica, devo dire che siamo stati troppo lenti nella manovra e nel giro palla. Avremmo dovuto osare di più negli uno contro uno sulle fasce laterali e aprire maggiormente il gioco, sfruttando i tre difensori e i quinti per allargare le loro maglie difensive. Nel primo tempo non lo abbiamo fatto bene. Nella ripresa ho chiesto di velocizzare il possesso e abbiamo aggiustato qualcosa sulla trequarti. Certo, potevamo fare meglio tecnicamente, ma oggi serviva vincere. Era una partita sporca, ma questi tre punti erano fondamentali per darci entusiasmo e continuare la nostra scalata in classifica».
Ci ha colpito molto la sua esultanza al fischio finale: quella corsa sfrenata per abbracciare la squadra testimonia quanto sentisse il bisogno di sbloccare il tabù trasferta. È la consapevolezza di aver svoltato?
«Sinceramente non è da me esultare in quel modo, credo sia la prima volta che mi capita di lasciarmi andare così visibilmente. Preferisco mantenere un profilo più calmo, ma oggi ho visto i ragazzi correre felici e ho sentito l'impulso di unirmi a loro. È stato un momento bellissimo. Vincere così, con sofferenza, ha un sapore particolare. Il Genoa ha avuto le sue chance, specialmente su palla inattiva, ma portare a casa il risultato in questo modo mi piace perché tempra il carattere della squadra. Ci fa capire che abbiamo margini di crescita ma anche che sappiamo soffrire. Il campionato italiano non ti regala solo partite pulite ed esteticamente perfette; servono anche queste vittorie di carattere. Questo successo ci dà un valore enorme».
Ora l'asticella si alza vertiginosamente: Inter, Roma e Bologna in sequenza. Quanto saranno determinanti queste sfide per capire il futuro della stagione e le strategie di gennaio?
«L'obiettivo che ci eravamo prefissati con la squadra era proprio quello di incamerare più punti possibili prima di questo ciclo terribile. Inter, Roma e Bologna rappresentano scontri diretti per le zone nobili della classifica. La nostra filosofia resta quella di guardare passo dopo passo, partita per partita, ma era vitale arrivare a questi appuntamenti posizionati nella parte sinistra della classifica. La squadra ci teneva molto. Queste vittorie aiutano l'autostima, danno morale e ci permettono di lavorare con serenità. Ora ce la giochiamo con tutti. Abbiamo qualità e giocatori importanti; è vero che paghiamo dazio con le assenze per la Coppa d'Africa e qualche infortunio, ma ho bisogno di tutti. Adesso recuperiamo le energie e prepariamoci a sfidare l'Inter davanti al nostro pubblico».
Un Palladino pragmatico ma appassionato, che archivia la pratica Genoa con la consapevolezza che la maturità di una squadra passa anche dalla capacità di soffrire. L'Atalanta torna da Marassi con tre punti d'oro e lo spirito giusto per affrontare le big del campionato.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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