Se Thiago Motta è il Re Mida di questo Bologna è anche grazie a Giovanni Sartori. Il direttore sportivo si è preso la rivincita sulla sua ex società, l'Atalanta, sempre con grande signorilità. Profilo basso e nessuna voglia di rivalsa, ma è chiaro che riuscire a competere nuovamente per il quarto posto con un club che sta crescendo partita dopo partita è la rappresentazione solida che tutte le componenti devono andare nella giusta direzione, non solamente il tecnico, non solamente la società, non solamente i giocatori.

Ancora una volta, però, Sartori è stato snobbato dalle big del nostro campionato. Eppure dopo il Chievo, in Champions League dopo Calciopoli, ha portato l'Atalanta ai primi posti, compiendo una trasformazione rispetto a prima. Lo sta facendo ora a Bologna: tre indizi fanno una prova ed è evidente che le grandi hanno fatto un errore a sottovalutare la competenza di Sartori negli ultimi anni. C'è stata la Juventus, a dir la verità, che aveva sondato più volte il dirigente, ma nelle lotte intestine fra Agnelli e gli Elkann era poi stato scelto Arrivabene, durato pochissimo dopo la questione plusvalenze. L'estate 2022, insomma, è stata decisiva sia per il Bologna, da una parte, che per la Juve.

Ora l'idea di Saputo è quella di non perdere Sartori, a nessun costo, ben sapendo che pure per lui possono arrivare offerte. Intanto è in scadenza al 30 giugno del 2025, ha ancora un anno di contratto, ma è probabile che le parti possano sentirsi non fra molto per programmare. Al netto di possibili interessamenti che perverranno nelle prossime settimane.

Sezione: L'angolo degli ex / Data: Mar 05 marzo 2024 alle 19:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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