Alla Juventus è tempo di ripartire. Dopo l’esonero di Igor Tudor, durato appena 218 giorni, il club bianconero vuole tornare alla stabilità. E il profilo ideale porta a Luciano Spalletti, il tecnico che ha riportato il Napoli sul tetto d’Italia e che ora rappresenta, secondo molti, la soluzione più logica e affidabile.
L’ex commissario tecnico della Nazionale italiana è l’uomo di esperienza e di risultati che a Torino serve come l’aria. Non una scommessa, ma una garanzia di rendimento e di identità, dopo mesi di tentativi e incertezze.

L’ESPERIENZA CHE SERVE – Spalletti ha vinto ovunque: Roma, Inter, Zenit, Napoli. Ha gestito campioni, costruito squadre riconoscibili e saputo adattarsi a contesti diversi. In bacheca conta 8 trofei e un marchio di fabbrica ben definito: organizzazione, intensità e mentalità vincente.
È il tecnico ideale per una Juventus che, oltre alla qualificazione alla prossima Champions League, deve raddrizzare una stagione complicata anche in Europa, dove ha raccolto appena 2 punti in tre giornate. In campionato, la classifica non è compromessa ma preoccupante: -3 dal quarto posto e -6 dal tandem Napoli-Roma.

FEELING CON LA ROSA – Alla Continassa sono convinti che la squadra, pur con limiti strutturali, possa adattarsi ai principi di Spalletti. Il tecnico di Certaldo non è un integralista e ama costruire intorno ai giocatori più tecnici, soprattutto se può lavorare quotidianamente sul campo.
Dalla difesa — dove conosce già Gatti e Cambiaso grazie alla Nazionale — alla mediana, fino all’attacco, Spalletti può ridare equilibrio a una Juve fragile dietro (quattro gol subiti nelle ultime tre) e sterile davanti (quattro partite senza reti).

YILDIZ AL CENTRO – Il cuore del progetto sarebbe Kenan Yildiz - delinea La Gazzetta dello Sport -, il talento turco che incarna la nuova Juve. «Deve stare sempre in mezzo», ha ricordato di recente Michel Platini. Spalletti, che nella sua carriera ha valorizzato fantasisti come Totti, Perrotta, Nainggolan, Kvaratskhelia e Lozano, potrebbe costruire attorno a lui un 4-2-3-1 dinamico: Yildiz trequartista alle spalle di Vlahovic (o del possibile obiettivo Jonathan David), con Conceicao e McKennie ai lati. Il centrocampo vedrebbe Locatelli davanti alla difesa con accanto Thuram, che Spalletti potrebbe trasformare nel suo “Anguissa” in versione bianconera. In cabina di regia potrebbe tornare di moda anche Koopmeiners, giocatore che l’allenatore toscano avrebbe voluto a Napoli ai tempi di Giuntoli.

LA NUOVA JUVE DI SPALLETTI – Il tecnico predilige la difesa a quattro, ma sa essere flessibile: il 4-3-3 del Napoli scudettato o il 3-5-1-1 “ibrido” usato in transizione sono opzioni già pronte. Fondamentale il suo lavoro con il portiere: Di Gregorio, abile con i piedi, potrebbe diventare un punto di partenza per la costruzione dal basso. Il tutto con un principio chiaro: ripartire dalla qualità, restituendo ai giocatori fiducia e centralità. Esattamente ciò che alla Juventus è mancato nell’era Tudor.

PALLADINO IL “PIANO B” – Nel caso in cui Spalletti decidesse di attendere una nuova avventura, il nome più caldo resta quello di Raffaele Palladino, giovane tecnico in rampa di lancio dopo le esperienze convincenti con Monza e Fiorentina. Ma alla Continassa non vogliono più scommesse: il momento richiede certezze. E Spalletti, per curriculum e carisma, è l’unico capace di restituire alla Juventus la sua dimensione naturale: quella delle grandi squadre europee.

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Sezione: Le Altre di A / Data: Mar 28 ottobre 2025 alle 06:55
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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