Piove sul bagnato, anzi, grandina sulle macerie. Come se l'ultimo posto in classifica e l'ottava sconfitta non fossero abbastanza, in casa Fiorentina esplode un caso diplomatico che rischia di disintegrare quel poco di serenità rimasta. Al centro della bufera c'è il rigore di Reggio Emilia: Vanoli punta il dito contro la presunta "paura" del suo leader tecnico, ma l'islandese risponde via social dando del bugiardo (indirettamente) al suo allenatore.

SCENE DA FAR WEST - L'episodio della discordia va in scena al Mapei Stadium nei primi minuti di gioco. Parisi conquista un penalty su uscita avventata di Muric, e lì inizia il teatro. Invece di un tiratore designato che va sicuro sul dischetto, si assiste a una rissa verbale: Kean vuole calciare, Mandragora si tiene stretto il pallone. Serve l'intervento fisico di capitan Ranieri, che porta via di peso il centravanti ex Juve, per permettere a Mandragora di trasformare. Una scena che denota nervosismo e anarchia, ma il peggio doveva ancora arrivare.

L'ACCUSA DI VANOLI - Nel post-partita, il tecnico Paolo Vanoli ha gettato benzina sul fuoco. Interrogato sull'accaduto e sul perché non avesse calciato lo specialista Gudmundsson (teoricamente il primo della lista), l'allenatore ha lanciato un'accusa pesantissima: «Gudmundsson non se l'è sentita di calciare il rigore, questo deve preoccupare la Fiorentina. Sei pagato per prenderti le responsabilità». Parole dure, mirate a colpire l'orgoglio del giocatore più talentuoso, reo secondo il mister di essersi tirato indietro nel momento del bisogno.

LA SMENTITA SOCIAL - La replica dell'islandese non si è fatta attendere ed è arrivata tramite una storia Instagram che ha il sapore della smentita clamorosa. Gudmundsson ha rigettato al mittente la narrazione della "paura": «Non ho mai e non rifiuterò mai di prendere un rigore, ho sempre tirato i rigori per il club senza problemi. Ieri un altro giocatore ha preso la palla e voleva prendere il rigore e io non sono quel tipo di persona che litiga con il mio compagno di squadra davanti allo stadio pieno».

SPOGLIATOIO IN FRANTUMI - La toppa, se possibile, è peggio del buco. Ci troviamo di fronte a due versioni inconciliabili: l'allenatore che accusa il giocatore di mancanza di coraggio, il giocatore che accusa i compagni di egoismo e smentisce il tecnico. È la fotografia di uno spogliatoio spaccato, dove le gerarchie non vengono rispettate e la comunicazione interna è inesistente. Per una squadra che deve salvarsi partendo dall'ultimo posto, questo clima da "tutti contro tutti" è il biglietto di sola andata per il baratro.

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Sezione: Le Altre di A / Data: Dom 07 dicembre 2025 alle 16:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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