La squadra di Antonio Conte sembra aver ritrovato se stessa. Dopo i passi falsi contro Torino e PSV, il Napoli ha riscoperto il suo spirito da campione: intensità, convinzione e un 4-3-3 tornato a brillare come ai tempi del tricolore. Gli azzurri sono di nuovo padroni del gioco, trascinati dalla solidità di Rrahmani, dal rientro di Lobotka e dalla solita fisicità di McTominay, pronto a inserirsi come sa fare, con quella capacità di rompere gli equilibri offensivi. Il tutto nonostante la pesante assenza di Kevin De Bruyne, ko per un grave infortunio al polpaccio.
LA SFIDA DEGLI ALLENATORI – Quella di oggi non è solo una partita di alta classifica: è anche un incrocio tra professore e allievo. Conte ritrova √, che nel suo Chelsea imparò cosa significhi “soffrire per vincere”. Allora era un centrocampista geniale, oggi è un allenatore giovane ma già con idee chiare. «Antonio mi ha fatto lavorare e faticare come nessuno», aveva ricordato Fabregas tempo fa, «ma mi ha insegnato a essere empatico e a capire davvero una squadra». Oggi Cesc mette in pratica quelle lezioni in un Como che gioca con coraggio, qualità e un’identità sempre più riconoscibile.
NUMERI E PARADOSSI – Il Napoli - scrive La Gazzetta dello Sport - guida la Serie A con la Roma ma ha quattro punti in meno rispetto a un anno fa. La differenza è nella fase difensiva: l’anno scorso era impenetrabile, oggi ha già incassato otto gol, pur uscendo imbattuto a Lecce dopo nove partite. La sensazione è che Conte abbia ritrovato equilibrio e fame. Il Como, invece, ha invertito il proprio destino: lo scorso anno difesa fragile e decimo posto, oggi secondo miglior reparto arretrato del campionato con soli sei gol subiti. Fabregas non ha rinunciato al bel gioco, ma ha dato solidità e organizzazione.
STILE DI GIOCO – Le due squadre si somigliano più di quanto si pensi. Il Napoli domina ancora nel possesso palla (60,3%), ma il Como lo tallona con un notevole 59,4%. Gli uomini di Cesc rubano palloni in alto (72 recuperi offensivi, record di Serie A) e cercano sempre di costruire dal basso. Entrambe sanno far male, alternando rapidità e verticalità a momenti di palleggio ragionato. Il Napoli resta più esperto e abituato ai grandi palcoscenici, ma il Como arriva al San Paolo con entusiasmo e leggerezza, forte di una sola sconfitta in nove giornate.
TRA BELLEZZA E PRAGMATISMO – Oggi sarà una sfida tra due filosofie diverse ma affini: la concretezza del maestro contro la modernità dello studente. Conte cerca la vittoria per andare a +3 e consolidare la vetta, Fabregas vuole sorprendere ancora e dimostrare di poter competere con i migliori. Due modi di intendere il calcio che si incrociano di nuovo, questa volta non più a Londra, ma sotto il sole del Sud. E chissà se, alla fine, vincerà il più bello o semplicemente il più bravo.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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