Dopo la breve pausa invernale, la Serie B torna in campo questo weekend con la diciottesima giornata di campionato. L’antipasto del venerdì sera, oltre a Entella-Chievo, sarà il match tra Vicenza e Frosinone, in programma alle 21 di domani allo stadio Menti. I biancorossi sono reduci da una scoppiettante vittoria ottenuta a Brescia con un secco tre a zero. Nell’arco del match, che ha visto anche l’esordio in Serie B del giovanissimo di grandi speranze classe 2004, Tommaso Mancini, il protagonista della vittoria vicentina è stato Jacopo Da Riva: centrocampista classe 2000, prodotto del vivaio dell’Atalanta, nell’arco dei novanta minuti è stato l’uomo ovunque della linea mediana vicentina, lottando in difesa e risultando decisivo in attacco, vista la doppietta realizzata che ha spianato la strada al successo vicentino. Da Riva è un centrocampista moderno, capace di fare sia la fase d’interdizione che quella di ripartenza, dato che entrambi i due gol partono da un suo inserimento dalla distanza. Il ragazzo sta piano piano scalando le gerarchie nella squadra di Di Carlo, risultando sempre più fondamentale nelle economie della squadra biancorossa. E a La Giovane Italia ha raccontato le sensazioni du questa sua prima stagione da grande, dopo l'antipasto vissuto l'anno scorso (con tanto di esordio nei quarti di Champions) con l'Atalanta.
Jacopo, dopo un primo periodo di ambientamento, nelle ultime settimane stai guadagnando sempre più minuti e spazio.
“Sono arrivato a Vicenza un po’ all’ultimo momento del mercato, col campionato già iniziato. Non ho avuto molto tempo per ambientarmi, per capire cosa voleva da me il mister e conoscere il gruppo. Poi, quando ho iniziato a giocare, ho iniziato anche a capire cos’è importante per questa squadra e cosa vuole da me mister Di Carlo. A Brescia sono riuscito a segnare anche due gol: sono felice di quanto è stato fatto e di come sto facendo in questo periodo, anche se non spetta a me dire se sto giocando bene o male. Penso comunque che ci sia ancora tanto lavoro da fare e che il campionato sia ancora lungo”.
A Brescia hai mostrato grande capacità negli inserimenti: entrambe le tue reti nascono da un’azione che si sviluppa da dietro e conclusa con un tuo tiro. Quanto è importante, per un centrocampista, partecipare attivamente alla fase offensiva?
“Ormai il calcio moderno richiede che il centrocampista che arriva da dietro sia concreto e in grado di partecipare attivamente ad entrambe le fasi. Bisogna correre su e giù per il campo, essere onnipresenti, far sentire la propria presenza sia nella metà campo difensiva che in quella offensiva. Se si fa bene questo lavoro arrivano anche le occasioni per fare gol: che sia solo una, che siano due, il calcio moderno obbliga ad andare in questa direzione per i centrocampisti, ma lo stesso discorso bisogna applicarlo a mezzali e i terzini”.
Ci sono aspetti in cui pensi di dover migliorare o su cui Di Carlo ti chiede di lavorare maggiormente?
“In questo momento stiamo lavorando tutti insieme sulla fase di possesso palla, cercando di migliorare da un punto di vista tecnico, cercando di fare buone uscite e azioni manovrate, costruire quelle giocate importanti per il nostro gioco. Per quanto riguarda invece il lavoro individuale, da un punto di vista tecnico-qualitativo, devo cercare di essere sempre presente nel gioco. Devo tenere alta la concentrazione e far sentire la mia presenza nell’arco di tutta la partita, essere nel vivo del match per larghi tratti, il più spesso possibile”.
Dopo la pausa il Vicenza affronta oggi il Frosinone e martedì il Chievo. Come vi preparate per un momento così cruciale?
“Noi cerchiamo di andare in campo in tutte le partite con entusiasmo e consapevolezza. Queste sfide sono importanti perché ci danno la possibilità di mettere un sigillo importante sul girone d’andata e dobbiamo ottenere il massimo, dopodiché ci sarà un girone di ritorno lungo e difficile da affrontare. Sono partite importanti, che devono permetterci di confermare la partita giocata a Brescia e di dare continuità al nostro campionato, che finora è stato un po’ a corsia alternata. La continuità di gioco e di prestazioni sono gli elementi fondamentali che stiamo cercando di trovare per il nostro girone di ritorno”.
Come spieghi l’andamento altalenante di questa prima parte della stagione?
“Sicuramente la frequenza delle partite non ha aiutato; inoltre, tanti compagni di squadra sono stati fermati da acciacchi di vario tipo e infortuni. Giocando ogni tre giorni queste condizioni le risenti, perché magari mancano alcuni dei compagni fondamentali, che vanno in campo con una frequenza importante. Per me è stata una questione più mentale: tenere alta la concentrazione giocando ogni tre giorni non è facile. In linea di massima, fisicamente siamo stati sempre abbastanza bene, ma mentalmente abbiamo pagato qualche tour de force. Per giocare così spesso servono tante energie mentali e non sempre da questo punto di vista si è al top nell’arco dei novanta minuti”.
In chiusura, cosa vorresti fare da "grande"?
“Vorrei riuscire a confermarmi nel calcio che conta. Questa comunque è solo la mia prima vera stagione da professionista, ho giocato solo qualche partita: è un percorso appena cominciato. Vorrei diventare un profilo per il calcio professionistico a livelli importanti”.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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