Alla sala stampa del Centro Sportivo Bortolotti di Zingonia, Ivan Juric ha presentato una sfida che pesa: Atalanta–Milan, nona giornata di Serie A 2025-26. È il momento dei dettagli: ridurre i pareggi, capitalizzare la grande produzione offensiva e ritrovare brillantezza negli ultimi metri. Il tecnico croato, diretto come sempre, ha indicato la rotta: pazienza nel reinserimento dei big, equilibrio tra prevenzione difensiva e qualità, e un messaggio chiaro al gruppo—niente alibi, solo lavoro. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com

Mister, un pensiero sull’esonero di Tudor e su come uscire subito dalla serie di pareggi, magari già domani.
«Dispiace molto per Tudor: so quanto tenesse alla Juventus, era la sua vita calcistica. Nel nostro mestiere, purtroppo, pagano spesso gli allenatori. Per noi la strada è una: mantenere calma e lucidità. Creiamo tantissimo e giochiamo le partite come vanno giocate; dobbiamo valutare con precisione le prestazioni individuali, capire cosa manca per fare gol e migliorare lì. Abbassare il livello globale sperando di vincerla “in un altro modo” non è la soluzione: servono correzioni puntuali senza snaturarci.»

Dopo le parole “a caldo” di Carnesecchi vi siete chiariti?
«Marco è un bravissimo ragazzo, di cuore, ambizioso, e sta crescendo molto nella tecnica del ruolo: sono soddisfatto. A caldo, però, certi concetti e alcune parole sono sbagliate: se c’è qualcosa da dire si entra in spogliatoio e si parla tra di noi. Nessuna malizia, nessuna cattiveria, ma è stata un’uscita errata nei contenuti e nelle modalità.»

In undici gare, in almeno quattro occasioni avete “regalato” un tempo. Da cosa dipende?
«Non abbiamo regalato nulla, tolto il primo tempo di Cremona, che non mi è piaciuto. Pensare di giocare 90 minuti come il nostro secondo tempo con la Lazio non esiste. Quella dei tempi “regalati” è una lettura che non condivido.»

Perché De Roon dietro? È un esperimento che rivedremo?
«Non era un esperimento: con il loro 5-3-2, il “martello” doveva uscire sulla mezzala; De Roon è abituato a quel tipo di lettura. Hien e Djimsiti avevano i due attaccanti, e Marten completava la catena. L’abbiamo spostato destra/sinistra in corsa e ha fatto molto bene.»

Kolasinac può essere convocato? Scamacca titolare?
«Kolasinac posso anche convocarlo, ma non è pronto a giocare. Sta crescendo, e non solo per qualità tecniche: è un leader. Scamacca? Vorrei buttarlo dentro subito, ma non funziona così: è stato fermo a lungo, poi altri 50 giorni. Serve un inserimento graduale, senza rischiare ricadute. Pazienza e processi corretti.»

Su Lookman: manca solo il gol?
«Ademola sta dando tutto. Se qualcuno ha visto la corsa al 93’ per salvare il risultato, capisce quanto sia dentro alla squadra. Non è brillante come sa, lo sa anche lui: tra Lazio, Slavia e Cremona abbiamo creato 20+ situazioni in cui normalmente risolve. Ma ha avuto un’estate complicata, nazionali, pochissimi allenamenti “veri”: tornerà devastante.»

Un punto in meno rispetto alle ultime due stagioni, siete imbattuti ma senza vittoria dal 21 settembre: che prospettiva dare?
«Analizzando dati e campo—tiri, angoli, ingressi in area—con Lookman e Scamacca in forma avremmo otto punti in più. Paghiamo un’estate complessa (l’infiammazione di Gianluca, la situazione di Ademola) e il fatto che Krstović stia accelerando il suo percorso. Ma vedo progressi: prima toccava 10 palloni, ora 50. Bisogna restare lucidi.»

Allegri definisce lo scontro “diretto per il quarto posto”. Come si argina il suo Milan (Leão, Modrić…)?
«Allegri è di un’intelligenza altissima: sceglie parole che centrano sempre l’obiettivo. Il suo Milan è già molto “suo”: equilibrato, concede poco e valorizza i talenti. Noi faremo una grande partita. Con le big (Juve, Bruges) abbiamo già fatto cose importanti, anche con assenze. Leão e Modrić si arginano col collettivo e con preventive fatte bene.»

Scelte molto offensive a Cremona: cosa è mancato per impattare da subito?
«Il piano gara prevedeva una ripresa forte: portare centinaia di palloni in area per Scamacca, Lookman, De Ketelaere, sfruttare Zalewski nell’1v1. Primo tempo: per la prima volta da quando sono qui, non mi è piaciuto—seconde palle, aggressività, intensità. Secondo tempo ottimo, ma ci manca brillantezza.»

Kossounou contro Leão può essere la chiave?
«Sì. A Cremona non ha recuperato al 100% e ho evitato rischi. Con lo Slavia ha fatto benissimo: domani partirà dall’inizio.»

Trequartista (Pasalic/Samardžić) dietro due punte o ancora tridente?
«Sono entrambe opzioni valide.»

Condizione fisica e mentale giocando così tanto?
«Valutiamo recuperi muscolari e segnali emotivi. A Cremona la mia sensazione era che emotivamente non avessimo recuperato lo sforzo con lo Slavia. De Ketelaere? Volevo fermarlo, ma l’ultimo allenamento mi ha detto il contrario: era in stato mentale eccellente.»

Il Milan gioca una volta a settimana: vantaggio loro?
«Due letture: più recupero e più allenamento da una parte; dall’altra, noi siamo abituati ai ritmi. Mentalmente saremo pronti, ma avere più tempo è sempre meglio.»

Torna il 3-5-2: si aspetta mosse su misura (e De Roon domani)?
«De Roon non giocherà dietro domani. Recuperiamo Kossounou: useremo la soluzione più logica. Marten può fare entrambe le cose, ma non è una mia preoccupazione.»

Quanto manca alla “versione ottimale” della sua Atalanta?
«Bastava fare gol. Tolto il primo tempo di Cremona, abbiamo concesso poco e creato tanto. Con più qualità nella zona gol parleremmo d’altro.»

Sembra cerchiate un passaggio in più prima di tirare. La preoccupa?
«No: abbiamo tirato circa cento volte nelle ultime cinque, gli avversari quaranta e rotti. A Cremona c’era un’azione in cui serviva il passaggio giusto e non il tiro: l’abbiamo letto male. Ma non è un problema cronico.»

Infermeria svuotata: cosa manca per la “scintilla”?
«La parola “voglia” è ambigua: di voglia ce n’è. Paghiamo l’estate di Ademola, l’infiammazione di Scamacca, il percorso accelerato di Krstović. Li sto anche forzando un po’ per portarli allo stato ottimale. Nel medio periodo saremo più forti: Lookman e Scamacca torneranno al top, Krstović crescerà, Sulemana e Samardžić hanno già dimostrato di esserci.»

Quanto è decisivo l’apporto della panchina?
«Fondamentale. Le squadre vincenti le fanno anche quelli che entrano: c’è chi soffre la panchina, e chi—come Brescianini—entrando cambia il match con la testa giusta. È una risorsa chiave.»

Chiarezza d’idee e pragmatismo: Juric difende la qualità del gioco e indica il punto di rottura—il gol. Con il Milan serviranno intensità nelle seconde palle, preventive pulite e quell’ultimo centesimo di brillantezza negli ultimi sedici metri. La sensazione, a Zingonia, è di una squadra pronta a trasformare performance in punti pesanti.

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Sezione: Primo Piano / Data: Lun 27 ottobre 2025 alle 15:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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