L’Atalanta è l’unica squadra ancora imbattuta in Serie A, ma la sensazione è quella di un freno tirato. I numeri parlano chiaro: sei pareggi in otto partite, di cui quattro consecutivi, hanno rallentato la corsa di una squadra che, pur non conoscendo la sconfitta, non riesce a ingranare.
È il paradosso di un gruppo solido e competitivo, ma poco incisivo nel trasformare la supremazia in vittorie.

UNA STRISCIA CHE PESA – Gli ultimi risultati fotografano la tendenza: 1-1 con la Juventus, 1-1 con il Como, 0-0 con la Lazio e 1-1 con la Cremonese. Aggiungendo lo 0-0 con lo Slavia Praga in Champions League (e togliendo il match con la Juve, precedente al successo con il Bruges), la serie di pareggi sale a cinque considerando tutte le competizioni.
Una sequenza simile, in A, si è vista solo una volta nell’era dei tre punti: stagione 2011/12, con Stefano Colantuono in panchina. Allora, tra novembre e dicembre, arrivarono cinque pareggi consecutivi contro Siena, Napoli, Chievo, Catania e Fiorentina. Ma era un’Atalanta diversa, neopromossa e con l’obiettivo salvezza, non certo quella ambiziosa e da alta classifica di oggi.

I PRECEDENTI STORICI – Scavando nella storia nerazzurra, le strisce di pareggi di questa portata sono rarissime - descrive L'Eco di Bergamo -. In quasi un secolo di Serie A, l’Atalanta ha collezionato solo 16 serie da almeno quattro X consecutive, e solo cinque volte è andata oltre la quota attuale.
Il record assoluto risale al 1984/85, con Nedo Sonetti in panchina: sei pareggi di fila contro Avellino, Como, Milan, Torino, Verona e Sampdoria. Lo stesso Sonetti replicò poco dopo, con un’altra serie da cinque. Prima ancora, nel 1956/57, con Bonizzoni, arrivarono altre sei “X” consecutive. A quota cinque si fermarono anche Ceresoli (1963/64) e, appunto, Colantuono nel 2011/12.

UN PUNTO NON VALE PIÙ COME UNA VOLTA – Oggi, con il sistema dei tre punti per la vittoria, il pareggio pesa molto di più rispetto al passato. Quando il successo ne valeva due, una striscia di “X” poteva ancora essere considerata utile. Oggi, invece, rallenta.
Con 12 punti in otto giornate, l’Atalanta è settima, appaiata a Juventus e Udinese. Se il campionato fosse regolato ancora dai due punti per vittoria, i nerazzurri sarebbero quarti, a pari merito con Inter, Bologna e Como.

UNA STRISCIA INUSUALE ANCHE PER IL PASSATO RECENTE – Nemmeno la brillante Atalanta di Gasperini, nei suoi nove anni in panchina, aveva mai collezionato una serie simile: solo tredici volte una “X” era stata seguita da un’altra, e mai quattro consecutive. Le uniche mini-strisce si erano fermate a tre: nel 2016/17 e nel 2024/25, a cavallo tra Lazio, Udinese e Juve. Curiosamente, i sei pareggi raggiunti oggi in appena otto giornate sono gli stessi totalizzati in tutto lo scorso campionato, quando la Dea chiuse ben più in alto.

SERVE IL CAMBIO DI PASSO – La solidità difensiva resta un punto di forza, ma il rendimento offensivo non è all’altezza. Troppi punti persi per mancanza di cinismo, troppi pareggi che pesano come sconfitte. Juric, che ha restituito equilibrio e compattezza, sa che ora serve qualcosa in più: una scossa mentale e tattica per trasformare la stabilità in vittorie.

L’Atalanta non perde, ma non basta: per tornare grande, deve ricominciare a vincere.

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Sezione: I numeri / Data: Lun 27 ottobre 2025 alle 08:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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