Marten de Roon, intervistato da L'Eco di Bergamo, ha raccontato le sue emozioni più forti: i rimpianti, i ricordi europei, il legame con Bergamo e i progetti per il futuro. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com

Qual è stato il momento più amaro della sua carriera nerazzurra?
«La finale di Coppa Italia persa con la Juve nel 2024. Oltre alla sconfitta, l’infortunio mi impedì di giocare la finale di Dublino. Quella sera resta la più bella e allo stesso tempo la più dolorosa della mia carriera».

E il ricordo più emozionante in Europa?
«Ce ne sono diversi. La vittoria ad Anfield contro il Liverpool, il quarto di Champions col PSG, ma soprattutto la gara di Kharkiv contro lo Shakhtar nel 2019: vincemmo 3-0 dopo aver fatto un punto nelle prime quattro partite e tutti ci davano già per spacciati. Fu la svolta della nostra avventura».

Quando è arrivato a Bergamo nel 2015 immaginava di restarci così a lungo?
«Assolutamente no. Ricordo che feci fatica con la lingua e all’inizio soffrii. Poi dopo l’esperienza in Inghilterra tornai e qui è nato un rapporto speciale, che sento ogni giorno. Due delle mie tre figlie sono nate qui e Bergamo oggi è casa nostra».

Perché dopo un anno scelse di lasciare l’Atalanta per il Middlesbrough?
«Era un sogno giocare in Premier League e volevo misurarmi lì. Non ho rimpianti, ma non mi sono trovato bene: la qualità della vita, il cibo, il clima… Dopo l’Italia è difficile. E a Bergamo mi ero abituato troppo bene».

Che ricordo ha del suo esordio assoluto con l’Atalanta?
«In Coppa Italia contro il Cittadella segnai subito, poi arrivò il debutto in Serie A a San Siro contro l’Inter. Per noi olandesi quello stadio ha un fascino speciale. Perdemmo 1-0, ma fu un buon inizio».

A Dublino non ha potuto giocare, ma oggi riesce a sentirsi parte di quel successo europeo?
«Sì, finalmente. All’inizio facevo fatica, ora riesco a parlarne e a considerarmi parte di quella vittoria. Anche senza scendere in campo, sento che quella Coppa è anche mia».

Ha già pensato a cosa farà quando smetterà di giocare?
«Mi piacerebbe restare a Bergamo. Allenare può essere un’opzione, ma non so se è la mia strada. Con Gasperini ho capito quanto sia un lavoro totalizzante: non stacchi mai. Forse cominciare con i ragazzi potrebbe essere più adatto. Intanto gioco ancora qualche anno e poi deciderò».

Dai Paesi Bassi a Città Alta, passando per la Premier League, de Roon ha trovato a Bergamo il suo posto nel mondo. Non solo un giocatore, ma un simbolo di appartenenza e resilienza.

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Sezione: Rassegna Stampa / Data: Gio 25 settembre 2025 alle 10:30
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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