Roberto Caprini, 68 anni, uno dei pionieri dei Commandos nerazzurri, ha raccontato in esclusiva a TuttoAtalanta.com la sua storia di tifo. Una vita interamente legata alla Dea, iniziata nel 1969 quando, appena tredicenne, mise piede per la prima volta allo stadio di Bergamo. Da allora, mai più un passo indietro.

Nella nostra chiacchierata mi disse: “non serve aspettare il risultato col Torino, per me non cambia nulla”. Cosa intendeva?
«Oltre il risultato. I tre punti fanno piacere, ma non sono la cosa più importante. Il vero tifoso ama l’Atalanta sempre: prima, ultima, in A, in B o in C. Si resta accanto alla squadra e, oggi, anche all’allenatore».

Quindi sta dalla parte di Juric?
«Sto dalla parte dell’Atalanta e l’Atalanta ha scelto Juric. Anche Gasperini faticò all’inizio. Juric non è Gasp – che resta unico – ma va lasciato lavorare».

Parole che racchiudono un senso di appartenenza autentico: per Caprini la fede nerazzurra non si misura dai risultati ma dalla coerenza nel sostegno, ieri come oggi.

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© foto di gentile concessione intervistato
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Sezione: Interviste / Data: Gio 25 settembre 2025 alle 12:00 / Fonte: Claudia Esposito
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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