Andrea Marinozzi, voce Sky della storica finale di Europa League vinta dall’Atalanta a Dublino contro il Bayer Leverkusen, è tornato a parlare della sua celebre esclamazione “Ademola mia”, entrata di diritto nella memoria dei tifosi nerazzurri. Intervistato da Cronache di Spogliatoio, ha svelato i retroscena di quella telecronaca e le ragioni che lo hanno portato a rispolverare un gioco di parole dopo anni di stop.

Marinozzi, perché la scelta di “Ademola Mia” è arrivata proprio sul terzo gol?
«Non avevo preparato nulla prima della partita, non mi piace farlo. Negli anni avevo quasi abbandonato i giochi di parole, perché erano diventati un po’ abusati e Massimo Marianella mi aveva consigliato di lasciarli da parte. Quel “lianto che schianto” non gli piacque e mi disse che non mi appartenevano. Da allora, li avevo messi via. A Dublino, però, all’intervallo ho aperto una chat con altri colleghi, tra cui Trevisani, Massara, Polizzi e Bagnulo. Proprio Bagnulo aveva scritto in grande “Ademola Mia”. Lì mi sono detto: se segna ancora, lo uso. E così è stato sul terzo gol».

Quindi è stata un’idea nata all’ultimo momento, non preparata a tavolino?
«Esatto. E per fortuna non l’ho vista prima del secondo gol, altrimenti l’avrei detta lì. Invece l’ho conservata per il 3-0, che ha chiuso la finale. È stato perfetto così».

Molti tifosi hanno chiesto cosa significasse realmente “Ademola Mia”. Se lo aspettava?
«In tanti non l’hanno capito subito. Qualcuno ha pensato fosse un errore, tanto che è stata realizzata una maglia celebrativa con la frase della telecronaca e sotto “Ademola Lookman”, senza “Ademola Mia”. In realtà aveva un doppio significato: oltre al gioco di parole, richiama il motto “Mola mia” che a Bergamo significa non mollare mai, un concetto ancora più forte dopo la tragedia del Covid. Per questo è diventato lo slogan ideale».

Quindi un’espressione che ha finito per rappresentare l’anima della città, oltre che della squadra.
«Sì, ed è questo il bello. “Ademola Mia” non è stata solo una trovata simpatica, ma un modo per legare Lookman alla storia e al carattere di Bergamo. Non era pensata prima, è nata spontanea e per questo ha funzionato».

Una frase improvvisata, nata da un messaggio all’intervallo e conservata per il momento decisivo, è diventata la colonna sonora della notte più bella della storia atalantina. A volte le emozioni più forti non hanno bisogno di preparazione: bastano la passione, l’istinto e una scintilla al momento giusto.

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Sezione: Interviste / Data: Gio 25 settembre 2025 alle 00:50
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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