La serata della Juventus si divide in due: la cosa ottima è la vittoria, ottavo risultato utile consecutivo, classifica incoraggiante per la lotta Champions, con Atalanta e Napoli nel mirino. Quella meno buona è la risposta di Dybala dopo il gol dell'1-0, perché è inutile nascondersi dietro la foglia di fico: la situazione non è semplice, perché l'argentino si aspetta un certo tipo di contratto da parecchi anni, ma non l'ha ancora mai avuto. All'inizio era intorno ai 10-12 all'anno, prepandemia era sui 12-15, ora siamo agli 8+2 di bonus. Sono cifre impossibili per la Juventus? Verrebbe da dire che no, non lo sono, anzi. Ma che confermando Dybala, anni 29 a novembre, di fatto si taglia tutte le possibilità di fare una plusvalenza. O più semplicemente di rivenderlo: Dybala andrebbe a guadagnare realisticamente una decina l'anno, raddoppiati sono 20, per un quadriennio. Ottanta milioni senza la possibilità di cederlo, perché tutti quanti stanno facendo economie. Delle due l'una: meglio tenersi Dybala, facendolo diventare il capitano della nave, oppure investire su chi poi hai la possibilità di cedere nuovamente, magari con uno stipendio più umano?
Per questo il mercato di giugno sarà molto divertente. Perché ci sono moltissimi top che vanno a scadenza, ma sono quasi tutti giocatori impossibili da rivendere. Mbappé a parte, ovviamente. Pogba guadagna cifre straordinarie, Sule e Rudiger vorrebbero arrivarci, per Dembele c'è la fila (e chissà che non sia proprio la Juventus a spuntarla), così come per Zakaria, ma parliamo di ingaggio diverso. Azmoun probabilmente rinnoverà con lo Zenit San Pietroburgo per una questione di soldi - a meno che non arrivino offerte da top club, non da Lione - Kamara potrà andare in Premier e Ginter prendere il posto di de Vrij (che chiede cifre molto alte per rinnovare).
La verità è che il calcio è fuori squadra allo stato attuale delle cose. Costava già troppo prima, ma tra plusvalenze, sponsorizzazioni - anche dagli stessi proprietari, come fatto da anni anche dalle squadre italiane - e biglietti, ecco che se ne va un miliardo. Beh, la metà sono plusvalenze, quindi le big di fatto non avrebbero soldi reali ma solo una partita di giro, come per Arthur e Pjanic, per dirne due. Il Barcellona, per tornare a fatturare un miliardo, avrà bisogno di molto tempo. L'Inter per tornare ai livelli pre Covid non proprio, perché a parte i regional rights (cioè i diritti di sponsorizzazione che portava Suning dalla Cina, scomparsi dopo la pandemia) non aveva tutti questi introiti slegati dai diritti televisivi, delle competizioni e dal botteghino. Quest'ultimo serve perché sono i soldi freschi, garantiscono flusso di cassa con cui paghi tutti e che non devi attendere fatture in sospeso o sponsorizzazioni che tardano.
Farà così anche il Napoli di Aurelio De Laurentiis, che ha perso Insigne ed è destinato a salutare anche Osimhen. Perché l'idea è quella di una riorganizzazione delle finanze, di una razionalizzazione dei costi. Di abbassare il tetto ingaggi, un po' come fatto dall'Atalanta, ritornando ai fasti di Higuain o Cavani. Un solo uomo forte fuori dai cardini, gli altri dentro alcuni limiti. Per questo Insigne non ha rinnovato, perché il Napoli ha deciso di non esagerare. Per questo rischia Mertens. Da capire cosa farà Koulibaly, se arriverà una proposta esorbitante. Ma per Osimhen la strada sembra già tracciata. È considerato fortissimo dal proprio presidente, ma ha giocato 35 partite in campionato (24 nell'anno scorso, 11 quest'anno), di fatto con sempre qualche problema. Infortuni, comportamenti errati, anche sfortuna. Se dovesse arrivare una proposta alta, intorno alle tre cifre, il Napoli lo venderà semplicemente perché rifarebbe la squadra e si sgraverebbe di uno stipendio già altissimo e che dovrà giocoforza salire con il prossimo rinnovo. Il Napoli sta anche già cercando il sostituto, ma l'idea è chiara: squadra giovane, con talento, ma che non deve fare drammi in caso di Europa League. Un ritorno al passato per chi ha provato, negli ultimi anni, a fare qualcosa di più.
Per Kessie il giochino appare molto semplice. Ci sono pochissime possibilità di rinnovo e solo se non dovesse arrivare una proposta da nessuna delle big. Il PSG è pronto a sparare alto, il Tottenham di Conte pure. Sarà un peccato, ma al Milan dopo l'affaire Donnarumma tutti hanno capito che molto dipende anche da chi li dirige. E se c'è una possibilità di pescare dei jolly dal mazzo, va fatto. Certo, non va sempre bene, ma neanche la corsa a ingaggi folli è oramai giunta al capolinea.
Chi verrà ricoperto di soldi è Dusan Vlahovic, per cui è in ballo una guerra mediatica fra tutte le parti in causa. Da una parte Commisso ha le sue ragioni, gli ha dato la possibilità di diventare quello che è, sarebbe giusto anche concedere alla propria squadra i milioni che meriterebbe senza ricatti. Dall'altra avrebbe potuto rinnovare prima un contratto che non è mai stato ritoccato da quando è arrivato da Belgrado, quindi quando era un Primavera. Giusto? Sbagliato? A posteriori si può dire sia stata una mossa miope, ma nel calcio quello che è vero oggi non lo è domani. Così Vlahovic sembra sempre più vicino alla Juventus: le commissioni per l'agente saranno alte - nell'ordine dei 10 milioni - ma ben lontane dalle cifre prospettate dal Financial Times questa settimana. D'altro canto, se l'offerta sarà di 50 (circa) invece che di 80, chi ne guadagnerà? Sia il club che acquista, sia il giocatore (che prenderà cifre altissime), meno la Fiorentina. Che comunque ha speso qualche milioncino per prenderlo, lo ha pagato - sotto al milione l'anno - per quattro stagioni, per un investimento di, stando larghi, intorno ai 10 (con tutti gli stipendi lordi inclusi).
Ecco che ritorniamo a Dybala: Vlahovic ha 22 anni, fra quattro stagioni ne avrà 26 e potrebbe essere uno dei migliori del mondo, con un ingaggio più o meno intorno alla regione dell'argentino. Il Real Madrid, in caso, avrebbe problemi a spendere una cifra superiore ai 100 milioni per prenderlo? E soprattutto, al Real Madrid potrebbe interessare prendere uno come Vlahovic? La risposta è sì, ed è per questo che la Juve prende tempo. Perché magari c'è l'intenzione di rinnovare il contratto a Dybala, ma in mezzo ci sono alcuni momenti, nella storia recente bianconera, che possono cambiare il corso delle cose. Il mercato di giugno sarà molto divertente. Un po' meno per chi ha calciatori in scadenza di contratto.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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