Ci sono ricordi che profumano di un calcio d'altri tempi, fatti di rituali semplici e valori solidi. Umberto Bortolotti, figlio del presidentissimo Achille e fratello dell'indimenticato Cesare, pesca nella memoria di quando era un giovane osservatore privilegiato delle dinamiche nerazzurre. A L'Eco di Bergamo racconta di un Eugenio Perico pilastro morale della squadra, specialmente durante i famosi ritiri al "Cantiere" di Sarnico, dove si cementava il gruppo.

CINEMA E FEDE – In quel ritiro sul lago, la vita scorreva tra allenamenti e momenti di svago, scandita da due appuntamenti fissi: il cinema e la Messa. E se qualcuno poteva saltare il film, la funzione religiosa era un momento sacro, guidato proprio da lui. «Perico era il capodelegazione dei praticanti», ricorda Umberto. Una fede vissuta con discrezione ma con fermezza, che ne faceva un esempio per tutti.

L'AFFIDABILITÀ DEI BORTOLOTTI – In una squadra ricca di personalità forti («Cito Glenn Strömberg, ma era davvero un gruppo tosto», sottolinea Bortolotti), la figura di Perico spiccava per la sua pacatezza. «Eugenio era un grande riferimento per papà e per Cesare, che sapevano di poter contare su una persona seria ed affidabile». In un mondo spesso caotico, Perico era il porto sicuro, l'uomo «buono e perbene» a cui affidare le chiavi morali dello spogliatoio.

Un ricordo dolce, che restituisce la dimensione umana di un calciatore la cui carriera, come sottolinea Bortolotti, «non mente di certo».

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Ven 19 dicembre 2025 alle 11:31
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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