In occasione dell'augurio di buone feste, c'è spazio per le riflessioni che pesano. Il tradizionale pranzo natalizio tra la dirigenza nerazzurra e i cronisti che raccontano quotidianamente le gesta della Dea non è stato solo un momento di convivialità, ma l'occasione per Luca Percassi di fissare i paletti. L'amministratore delegato ha voluto guardare negli occhi la realtà di un 2025 straordinario, mettendo però in guardia l'ambiente da quel nemico invisibile che si chiama "abitudine". Perché quando l'eccezionale diventa normalità, il pericolo è dietro l'angolo.
PIEDI PER TERRA – L'analisi del dirigente, al timone del club da ormai sedici anni, è un misto di orgoglio e pragmatismo. «Stiamo vivendo emozioni fantastiche, ma certe volte diamo per scontate prestazioni che non lo sono affatto», ha sottolineato Percassi. Il richiamo alla storia del club è doveroso per comprendere il valore di quanto si sta vivendo oggi. La critica è legittima, ci mancherebbe, ma deve essere sempre contestualizzata: «Bisogna capire da dove veniamo». Il monito è severo: nel calcio, come nella vita, «scivolare è un attimo», e gli esempi di altre nobili decadute sono lì a dimostrarlo. L'impegno della società resta granitico: mantenere il livello sempre al top.
IL PATTO CON LA CITTÀ – Le parole dell'AD vanno oltre il semplice aspetto sportivo e toccano le corde dell'identità territoriale. «Proteggere l'Atalanta vuol dire proteggere la città». Una frase che suona come un manifesto programmatico. La crescita esponenziale del club è frutto del lavoro di tutte le componenti, nessuna esclusa, e questo patrimonio va difeso con le unghie e con i denti. Bergamo e la sua squadra sono un corpo unico, e la dirigenza sente forte la responsabilità di essere custode di questa passione.
PARTNERSHIP E VALORI CONDIVISI – Al fianco della società, anche se con vesti diverse rispetto al passato, resta un colosso come Gewiss. Archiviata l'era del naming rights dello stadio, la collaborazione prosegue su binari solidi, come confermato dall'AD dell'azienda, Paolo Cervini. «Abbiamo rinnovato perché ci legano gli stessi valori: qualità ed eccellenza», ha spiegato il manager. Un matrimonio che continua a dare frutti e che punta a un 2026 ricco di soddisfazioni, sulla scia di un anno che ha regalato gioie immense.
Il messaggio sotto l'albero è chiaro: godersi il momento d'oro senza mai perdere l'umiltà delle origini. Perché la grandezza dell'Atalanta non sta solo nei trofei o nei piazzamenti, ma nella capacità di non dimenticare mai chi è e da dove è partita.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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