Catania, l'ex Izco: "La C è una giungla, ma sento vibrazioni positive per la promozione in B"

Quando parla Mariano Izco, alle pendici dell'Etna il tempo sembra fermarsi per un istante. Non è mai una voce qualunque quella dell'ex capitano, ma l'eco di un legame viscerale che ha resistito agli anni, alle categorie e ai cambi di ruolo. Oggi veste i panni del procuratore, muovendosi dietro le quinte del calciomercato, ma il cuore continua a battere forte a tinte rossazzurre. Intercettato dai microfoni di TuttoMercatoWeb.com, l'argentino ha voluto regalare una carezza di speranza a una piazza che ribolle di passione e che attende, impaziente, il riscatto definitivo.

IL LABIRINTO DELLA LEGA PRO – L'analisi di Izco parte da un dato di fatto incontrovertibile: la difficoltà intrinseca della categoria. La Serie C non è un campionato per deboli di cuore; è un tritacarne dove il blasone spesso rischia di rimanere impantanato tra campi di provincia e agonismo esasperato. Con la lucidità di chi conosce a menadito le dinamiche del calcio italiano, l'ex centrocampista non usa giri di parole: «La C è un campionato assai complicato». Un monito necessario per ricordare che nulla è dovuto e che ogni punto va sudato, indipendentemente dalla storia che si porta sulla maglia.

SCARAMANZIA E AMBIZIONE – Ma è tra le pieghe della prudenza che si nasconde la scintilla. Izco conosce le regole non scritte dello spogliatoio e del tifo, sa che a volte il silenzio vale più di mille proclami. Eppure, questa volta, si lascia sfuggire una sensazione che sa di benedizione laica. Proteggendosi dietro lo scudo della superstizione, lancia il sasso nello stagno: «Per scaramanzia non voglio esagerare, però potrebbe essere l'anno giusto per tornare almeno in Serie B».

Parole che a Catania pesano come macigni, ma che allo stesso tempo mettono le ali ai sogni dei tifosi. Se a dirlo è colui che ha scritto pagine indelebili della storia del club, allora crederci non è più solo un atto di fede, ma un dovere morale.