Per ogni campagna acquisti che si rispetti c'è sempre un giocatore che arriva con molte aspettative. Che ti può aiutare a raggiungere traguardi, che può spostare gli equilibri con la sua presenza. Oppure è un puntello che serve nel posto giusto al momento giusto. Per sostituire un partente. E, inevitabilmente, è un flop. Succede, il mercato non si può solamente basare su acquisti azzeccati e invenzioni che rivoluzionano la squadra. Ci sono poi giocatori che vengono presi su basi solide, convinti che si possa fare il colpo di mercato.
Basti pensare alla Juventus, in un anno incredibile per come si è sviluppato. A parte gli esuberi attuali, che forse verranno sfoltiti o forse no, è Eljero Elia il principale archetipo di questa teoria. Il tornante d'attacco olandese è arrivato negli ultimi giorni di agosto della scorsa stagione per dare qualità e sostanza al reparto offensivo della Juve. Missione fallita, su tutta la linea, e pronto ritorno in Germania. Almeno dalle ultime, perché il Werder Brema è a un passo dal suo acquisto.
Che dire poi della Lazio con Djibril Cissè? Resto convinto dell'idea che se fosse rimasto nella Capitale i biancocelesti sarebbero arrivati terzi. Perché l'acquisto successivo - Alfaro - è riuscito addirittura a fare peggio. Certo, Cissè ha rischiato la retrocessione col QPR, ma prendere un attaccante che non segna mai al posto di un altro che insacca raramente non è una mossa da campioni.
Più o meno lo stesso giochetto compiuto dal Milan con Taye Taiwo, ceduto anche lui a Londra a gennaio e sostituito da Djamel Mesbah. Rendimento più o meno simile, forse a questo punto era meglio riconfermare l'oggetto misterioso Didac Vilà (reduce da una buona stagione all'Espanyol).
Il bidone d'Oro, però, quest'anno veste nerazzurro Inter. Vuoi perché le aspettative su di lui erano massime (l'erede di Eto'o), vuoi perché non ha potuto giocare la prima parte di Champions per improvvisazione totale - Atletico Madrid che passa i preliminari in Europa League - vuoi perché è stato pagato cash e con un ingaggio altissimo. Insomma, in una sola stagione Diego Forlan è riuscito a fare pentire tutti, ma proprio tutti, di averlo acquistato. Non è solo colpa sua, ovviamente, perché prendere un 32enne per 4,5 milioni di euro e pagarlo 3,5 all'anno è un errore. Perché Forlan era in un momento della sua carriera in forte discesa, dopo avere toccato l'apogeo nel bienno 2008-2010 e avere giocato una strepitosa Coppa del Mondo.
Male nella Coppa America, passare dalle 28 reti del 2009/10 alle 10 del 2010/11 doveva essere un forte segnale: tanto più che nella Liga già nella prima stagione citata era passato da 32 (del 2008/09) a 18, approfittando della bellissima cavalcata in Europa League per rimpolpare il bottino. Perché lui e non Elia, come bidone d'Oro? In primis perché era stato consegnato al suo compagno di squadra Diego Milito, lo scorso dicembre, che poi è resuscitato segnando carrettate di gol. E poi perché il contratto che verrà rescisso porta una perdita secca per l'Inter, stimabile in 11,5 milioni di euro (4,5 acquisto più 7 lordi). Non proprio noccioline da gettare in un bidone. Seppur d'oro.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com - twitter: @tuttoatalanta
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