"Al termine della stagione farò le mie valutazioni. La società sa cosa penso" ha ripetuto più volte Antonio Conte in conferenza stampa al termine della partita che ha sancito l'eliminazione del Tottenham dalla Champions League. In pochi giorni la stagione degli Spurs si è frantumata quasi del tutto. Il quasi è solo per un obiettivo Champions fattibile, con la squadra quarta che avrà la possibilità di riprovarci comunque l'anno prossimo. C'è però un fatto incontrovertibile: la squadra chiuderà per il 15° anno consecutivo senza un trofeo vinto. Per rendere l'idea della gravità della situazione basti pensare che in questo lasso di tempo hanno vinto di più squadre come Wigan, Birmingham e Swansea, oltre al Leicester, altra squadra fuori dai top six.
ESSERE SPURSY - Da anni in Inghilterra è stato coniato un aggettivo che rende l'idea: "Spursy". La parola deriva da Spurs, il nickname col quale il Tottenham è noto. Il senso è semplice, lo spiega niente meno che il dizionario Collins: "Avere il successo a portata di mano ma alla fine buttarlo via". Questa etichetta negli anni è stata giustificata da molti episodi "spursy": il più clamoroso il cosiddetto "Lasagna gate" dell'ormai lontano 2006, con la squadra che perde il quarto posto all'ultima giornata. La sera prima della sfida decisiva contro il West Ham per colpa di un piatto di lasagne mezza squadra finisce ko, tra conati di vomito e mal di stomaco. Il pomeriggio della partita scende in campo una squadra in condizioni a dir poco precarie, il derby al West Ham ma soprattutto il 4° posto va ai nemici storici dell'Arsenal. Nel 2012 la squadra invece arrivò davvero quarta e quindi col diritto di partecipare alla Champions. Ma il Chelsea di Roberto Di Matteo, che chiuse la Premier League al 6° posto, vinse la coppa dalle grandi orecchie togliendo l'ultimo slot disponibile proprio agli Spurs. All'epoca infatti la UEFA non concedeva un quinto slot riservato ai vincitori di una coppa internazionale (come successo quest'anno con la Germania). La stagione passata gli Spurs uscirono clamorosamente ai gironi di Conference League, dove erano i grandi favoriti, messi ko dal Covid che rese impossibile la disputa dell'ultima partita della fase a gironi.
178 MILIONI SPESI NEL MERCATO 2022/23 Proprio su quest'ultimo punto Conte fa leva: "Siamo migliorati, l'anno scorso uscivamo ai gironi di Conference League e ora agli ottavi di Champions contro i campioni d'Italia". Situazione che regge fino a un certo punto visto l'abisso economico fra le due squadre. I londinesi hanno speso nel mercato 2022/23 ben 178 milioni di euro. Per raccogliere per l'ennesima volta le briciole.
ADDIO PRIMA DI GIUGNO? Il destino del tecnico salentino è segnato, l'ha fatto capire lui stesso. C'è un contratto in essere ma "Magari la società mi esonera prima" dichiara nel post partita. I rumors dall'Inghilterra portavano in questa direzione già prima della sfida di ritorno col Milan. Per i motivi di salute che ne hanno condizionato la stagione, per la nostalgia dell'Italia. La doppia eliminazione in pochi giorni da FA Cup e da Champions porta anche ad aggiungere la questione risultati. E anche la tifoseria, schierata fino a poco fa dalla sua parte, l'ha mollato. A fine gara sono arrivati i fischi e le contestazioni.. Non ci saranno dimissioni, quindi la palla passa alla proprietà. Che potrebbe scegliere di proseguire per cercare di portare a compimento il lavoro, magari con il piazzamento tra le prime quattro. Intanto il ritorno di Mauricio Pochettino è più di una voce.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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