Ciao. Qui Milano, Anno Domini 2020. Vi scriviamo dall’avamposto meneghino mentre l’Italia deve affrontare un problema enorme, che non era pronta ad affrontare; un problema che sta condizionando le nostre vite e ci angoscia non poco: l’assenza del calcio. L’assenza del calcio ha sconvolto molti esseri umani, costretti a stare a casa con mogli e compagne a loro volta incazzate perché “per una volta che non ci sono le partite non possiamo neppure andare all’Ikea. La pagherai”.
(No, dai, non fare ironia, che poi dicono “vergognati, non si fa”).
Ciao. Qui Milano, Anno Domini 2020. Vi scriviamo dall’avamposto meneghino mentre l’Italia deve affrontare un problema enorme, che non era pronta ad affrontare; un problema che sta condizionando le nostre vite e ci angoscia non poco: i bambini a casa. I bambini a casa sono un grande problema. Se avete amici dotati di figli o siete voi stessi genitori sapete di cosa stiamo parlando. Da ieri questi moderni eroi, i genitori, sono terrorizzati dalla presenza dei loro micro-simili. Padri: “Hanno chiuso anche l’oratorio, l’oratorio capisci? Che cosa facciamo adesso? Sono tra le balle tutto il giorno, tutto il santo giorno. Virus, prendimi”. Madri: “Se vuoi possiamo dire a mia madre se ce li tiene…”. Padri: “Tua madre nooooooooo!!!”. Urla disperate saturano l’aria infetta.
(Smettila, che poi ti danno dell’insensibile. Non si può fare ironia. Piantala pirla).
Ciao. Qui Milano, Anno Domini 2020. Vi scriviamo dall’avamposto meneghino mentre l’Italia deve affrontare un problema enorme, che non era pronta ad affrontare; un problema che sta condizionando le nostre vite e ci angoscia non poco: la sfida per l’ultimo barattolo di salsa tonnata al supermercato. La sfida per la tonnata al supermercato non è per tutti, solo pochi allenatissimi riescono ad affrontarla. Abbiamo visto coppie con lei che si sofferma al banco dei dentifrici e lui che le urla “ma sei rimbambita? Son rimaste tre o quattro confezioni di olive taggiasche e tu non sai se prendere il Colgate o l’Antica Erboristeria? Muovitiii!!!”. E poi c’è la corsa all’acqua con battaglie all’ultimo sangue per accaparrarsi una confezione da sei di Guizza o Norda. “E’ mia!”, urla una signora col carrello ricolmo di bottiglie. E un tizio: “Signò, dobbiamo combattere il virus, mica la siccità”.
(Questa cosa l’ho scritta ieri su twitter e molti mi hanno scritto “a cazzaroooo!”. Evidentemente non sono cittadini lombardi, oppure si sono fatti furbi e ieri hanno evitato di affrontare la sfida al supermercato. Io c’ero e vi assicuro che si è visto e ascoltato di tutto, anche una tizia che diceva al compagno “Lo yogurt no, scade e occupa spazio. Prendiamo il tonno e le acciughe che durano”. Mi sono immaginato questo tizio chiuso in casa da tre mesi che mangia la 3434esima latta di RioMare e dice “cosa darei per un Muller al mirtillo…”. Ma smettiamola di fare ironia).
C’è il Coronavirus signori. È tra noi. Qualcuno è preoccupato, altri se ne fottono, di sicuro non siamo abituati a siffatto sconquasso. Tra quelli che se ne fottono ci sono coloro che non accettano lo spostamento delle partite. Quelli che non accettano lo spostamento delle partite perché “falzano il campionato” (con la zeta) forse non hanno il coronavirus, ma di sicuro altri problemi rari. Quelli che parlano di “campionato falsato” perché “voi avete avuto il tifo e noi non ce l’avremo”, pure. Vivremo una seconda parte di stagione particolare, questo è certo, ma non possiamo fare diversamente perché l’alternativa è… chiudere tutto. Fino a questo momento i tesserati – dirigenti vari e allenatori interpellati - si sono comportati assai bene, speriamo non si tratti solo di un atteggiamento di facciata.
E allora eccoci qui a parlare di calcio in un clima strano, perché non è che ti venga tutta questa voglia di raccontare la rava e la fava.
Partiamo dal Milan. Un tifoso dei rossoneri, oggi, può essere legittimamente incazzato. E non è colpa della Fiorentina, ma degli arbitri sì. Il gol di Ibrahimovic in punta di regolamento era da annullare, ma solo per colpa di un regolamento illogico; il fallo di Romagnoli come minimo da “rivedere”. Il resto lo ha detto un Pioli “perfetto”: chi doveva decidere ha sbagliato, ma anche il suo gruppo deve imparare a portare a casa una partita che in 11 contro 10 è praticamente vinta. Menzione speciale per Rebic: non si è lagnato quando era sparito dai radar, non fa il fenomeno adesso che gli riesce tutto. Nel calcio, converrete, è cosa rara.
Quanto all’Inter non c’è molto da dire se non che aspettiamo la partita di domenica con legittima ansia. Un po’ perché verrà disputata a porte chiuse e capite bene che non sarà un bel vedere, un po’ perché è decisiva (sì, lo è, e fa niente se vi diranno che non è vero), un po’ perché siamo curiosi di vedere che cosa combinerà Eriksen, “esploso” nel match di Europa League in terra bulgara alla faccia di chi diceva “mah, boh, pare una mezza pippa”. E invece no, il danese "c’è" eccome e dobbiamo solo capire quale sarà il suo destino tattico: mezz’ala nel classico 3-5-2 contiano o fantasista nel 4-3-1-2? Più probabile la prima, ma andiamo solo a sensazioni.
Dall’altra parte troverà la Juve pimpante di Sarri, ancora più pimpante dopo le parole del presidente Andrea Agnelli: "Nel nostro giudizio l'applicazione di un modello tecnico come quello di Sarri in un determinato momento della storia della Juventus era la modalità per garantire un successo. Noi volevamo Sarri e abbiamo preso Sarri. Guardiola? Sarebbe un'eresia dire che nessuno pensi a Guardiola. Però in questo momento della sua vita è estremamente felice dove è, al di là delle contingenze". Insomma, il catalano resta un sogno, in attesa di capire il futuro. Poi una considerazione sulla tattica: "Maurizio ha dichiarato quando è stato presentato di voler avere un impatto fino a 70 metri perché poi ci sono gli interpreti e credo che stia facendo proprio quello". Insomma, la Juve sarebbe già Sarrista a modo suo. Anche se l’importante, come sempre, è che vinca.
Due “ps” di grande livello e andiamo a cercare dell’Amuchina.
Ps1. Oggi il Napoli affronta il più forte che c’è (sì, Messi). Non abbiamo la minima idea di come possa finire la sfida con il Barcellona, ma prima ancora che abbia inizio la tenzone diciamo la nostra su Gattuso: è bravo. Bravissimo. E voi direte “sì, la grinta, il cuore”. No, basta con ‘sta cazzata. È un gran bravo allenatore, ha idee, ha sistemato un gruppo che era allo sbando. Non è poco.
Ps2. Anche Simone Inzaghi è bravo: prima o poi qualcuno doveva dirlo.
In bocca al virus a tutti.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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